“Senza sostegni per le criticità delle specifiche aree, la strategia nazionale per l’incentivazione delle zone interne rischia di rimanere sulla carta. Via libera dunque ai contributi a fondo perduto per gli investimenti in beni strumentali e alle agevolazioni per l’innovazione di prodotto e processo. Definire interventi per lo sviluppo in grado di ricucire un tessuto produttivo. L’occasione non va sprecata se si intende avviare un reale percorso di superamento delle fratture territoriali, causa di impoverimento e spopolamento nelle aree più fragili, che, specie in questo particolare frangente di forte arretramento dell’economia, rischiano di vedere approfonditi i divari socio-economici”. È il commento di Francesco Balloni, direttore della CNA di Ascoli Piceno in considerazione degli ultimi dati sulle imprese del Piceno in tempo di Covid e ancora in emergenza ricostruzione per il post terremoto.
Questo è quanto emerge dallo studio della CNA Picena. Se si considerano i saldi tra iscrizioni e cessazioni per settore, nei primi nove mesi 2020 a confronto con lo stesso periodo degli anni prima, si vede come l’effetto pandemia non sia tangibile per nessuno dei principali settori. Ma è l’effetto della compensazione tra due fenomeni diversi: se nel 2020 le iscrizioni di nuove imprese calano per tutti i principali settori (-22% circa in totale), le cessazioni calano ancora di più (-28% in totale) e ciò avviene per tutti i principali settori.
Per tale motivo, CNA si appella al Governo affinché i tanti artigiani e le numerosissime piccole imprese che animano borghi e cittadine delle aree periferiche italiane possano accedere alle misure di sostegno economico – pari a 210 milioni di euro – finanziati attraverso le risorse del fondo istituito con la Legge di Bilancio per il 2018 e incrementato in estate con il Decreto Rilancio.