Colpiti dal sisma e frenati da bassa tecnologia, scarsa innovazione e poca informatizzazione. Nella nostra regione a rischio interi distretti produttivi. Il grido d’allarme arriva dall’assemblea della Cna Marche. A lanciarlo il presidente regionale Cna Gino Sabatini secondo il quale “servono interventi urgenti a sostegno di imprese e artigiani che hanno visto le aziende danneggiate o che hanno visto crollare produzione e fatturato. Se le istituzioni non prevedono aiuti e ammortizzatori sociali subito, tra qualche mese potrebbe essere troppo tardi perché mentre i ricavi sono fermi, le spese corrono e senza interventi pubblici straordinari porteranno alla chiusura di molte attività”.

Colpiti dal sisma. Considerando solo il cratere, le aziende danneggiate in modo diretto o indiretto  dal terremoto sono più di 10 mila e occupano 40 mila addetti. Seicento quelle inagibili. Agroalimentare, turismo, calzaturiero, servizi di alloggio e ristorazione. Tutto fermo. Un sistema produttivo da salvare e far ripartire.

Un appello subito accolto dall’assessora alle Attività produttive della Regione Marche Manuela Bora secondo la quale “si concorderanno con i territori le decisioni da assumere per rilanciare il tessuto produttivo danneggiato e le misure più idonee a favorire la ripresa economica, a partire dalle agevolazioni fiscali e contributive stabilite dai decreti del Governo”

Frenati da bassa tecnologia, scarsa innovazione e ritardi nell’informatizzazione. In nove anni, dal 2007 ad oggi il Pil delle Marche è diminuito del 12,5 per cento. Anche se lo scorso anno aveva ricominciato a crescere dello 0,7 per cento arrivando a 39,1 miliardi di euro, di cui il 17 per cento garantito dall’artigianato. Negli anni della crisi, tra il 2009 e il 2015 il numero delle  imprese manifatturiere ad alta tecnologia è diminuito del 12,6 per cento mentre il numero delle  imprese a basso contenuto tecnologico è diminuito solo dell’8,9 per cento. Il risultato? Un sistema dove il 61 per cento delle 19.600 imprese produce manufatti a basso contenuto tecnologico. Nei servizi, invece, le imprese con un contenuto elevato di conoscenza o di tecnologia, tra il 2009 e il 2015 sono aumentate del 15 per cento ma continuano a rappresentare meno del 30 per cento di tutte le imprese di servizi marchigiane. Insomma, nelle Marche due imprese manifatturiere su tre e tre imprese dei servizi su quattro sono a basso contenuto di innovazione e solo l’11 per cento vende i propri prodotti on line.

La fotografia dell’alta  tecnologia e dell’innovazione  nelle  imprese marchigiane è stata presentata dal direttore del Centro Studi Sistema della Cna Marche Giovanni Dini il quale ha ricordato che il tasso di innovazione del sistema produttivo marchigiano, secondo gli ultimi dati Istat, è del 24,5 per cento rispetto ad una media nazionale del 33,5 per cento. Peggio di noi solo Molise, Calabria, Campania e Sardegna. Inoltre nelle imprese marchigiane solo 3,2 addetti ogni mille si occupano di ricerca e sviluppo contro una media nazionale del 4,1 per mille. Bassa anche la spesa delle imprese in ricerca e sviluppo, lo 0,4 per cento del Pil, contro una spesa nazionale dello 0,7 per cento.

“Si tratta” ha commentato il segretario Cna Marche Otello Gregorini “di  ritardi che vanno colmati se vogliamo essere competitivi e agganciare stabilmente la ripresa. I finanziamenti di Industria 4.0 e quelli del Por Fesr 2014 –2012 sono opportunità che vanno utilizzate nel migliori dei modi per puntare sulle nuove tecnologie ed aumentare l’innovazione e la ricerca nelle imprese marchigiane. In particolare dei 337,3 milioni di euro di risorse Por Fesr a disposizione delle Marche fino al 2020, ben 114,1 sono destinati alla ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione, altri 67,8 alla competitività dei sistemi produttivi e 24,3 per l’agenda digitale. Utilizzare bene queste risorse significa porre le condizioni per la ripresa e lo sviluppo del nostro sistema produttivo”.

Risorse per recuperare i ritardi e  per rilanciare la competitività delle imprese marchigiane. Ne hanno parlato con Gregorini e l’Assessora Bora, rappresentanti del mondo del credito e delle Università, in una tavola rotonda coordinata da Ilario Favaretto, direttore scientifico di “Argomenti”, una rivista economica edita dall’Università di Urbino in collaborazione con la Cna Marche, che dedica il numero in uscita a “Industria 4.0” ed alle occasioni di sviluppo che offre per le piccole e medie imprese.

“Industria 4.0” ha dichiarato l’assessora Manuela Bora “è la via giusta per sostenere le imprese che intraprendono processi di trasformazione digitale, con l’obiettivo di raggiungere maggiori livelli di produttività, competitività, efficienza e qualità. C’è già un piano nazionale adottato e la Regione Marche –  in accordo con tutte le associazioni di categoria – sta redigendo una proposta di legge. L’auspicio è che anche gli artigiani, e tutto il settore manifatturiero, sappiano cogliere le opportunità che la quarta rivoluzione industriale offre.”

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