“Non possiamo immaginare che le relazioni sindacali rimangano immutate e immutabili anche dopo la crisi. Come associazione datoriale siamo pronti a un confronto territoriale con i sindacati che si basi su una nuova stagione di rapporti che tenga conto delle esigenze dei datori di lavoro e dei lavoratori inserite in un contesto sociale che necessita più di welfare e servizi alla persona che di semplici aumenti salariali”. Claudio Corrarati, presidente della CNA-SHV, è perplesso sulla contrapposizione emersa tra i dati dell’Istituto di ricerca economica della Camera di commercio e le valutazioni dell’Istituto promozione dei lavoratori.
L’Ire indica per il 2016 una crescita del Pil altoatesino pari all’1,5% e l’87% di aziende con una previsione di redditività positiva. L’Ipl replica auspicando che buona parte degli incrementi di redditività vengano tradotti in aumenti salariali.
CNA-SHV parte dal presupposto che è necessario sviluppare la contrattazione territoriale con i sindacati per coinvolgere le micro e piccole imprese: “Non è possibile pensare – afferma Corrarati – che i dati favorevoli della congiuntura nel 2016, dopo una crisi che dura dal 2008, si traducano in aumenti salariali automatici. Molte piccole imprese hanno dovuto far fronte a crisi di liquidità e ristrutturazione dei debiti, oltre alla mancanza di ordinativi, mentre la pressione fiscale è salita al 63%, secondo i dati dell’Osservatorio CNA. Aumentare il costo del lavoro, proprio adesso che ci sono i primi segnali di stabilità, non è una soluzione sostenibile. Semmai è opportuno rivedere il modello di contrattazione territoriale, coinvolgendo le aziende nello sviluppo di forme di welfare di area che vadano incontro alle esigenze dei lavoratori e dei datori di lavoro nel campo della conciliazione lavoro-famiglia, dell’assistenza sociale e del tempo libero attraverso agevolazioni fiscali alle stesse aziende che aderiscono a tali iniziative. Un modello innovativo che, con il sostegno dell’ente pubblico, può dare risposte concrete ai problemi reali delle persone senza gravare le aziende di costi aggiuntivi”.