“Soddisfazione per questa sentenza storica dell’Antitrust Ue. Sulle strade d’Europa viaggiano trenta milioni di veicoli industriali che trasportano circa tre quarti delle merci. Non è accettabile che Man, Volvo-Renault, Daimler, Iveco e Daf, che insieme producono nove veicoli su dieci in circolazione in Europa, abbiano fatto parte di un cartello invece di competere tra loro compromettendo ulteriormente uno dei settori più colpiti dalla crisi”. Sante Zambelli, presidente provinciale CNA Fita, commenta la notizia della maxi multa da 3 miliardi di euro per sanzionare il cartello formato da alcuni costruttori di veicoli industriali.
Si tratta della multa più alta mai comminata nella storia dell’Unione Europea. Ed è stata decisa per punire comportamenti illeciti portati avanti dai costruttori coinvolti in un periodo di tempo che va dal 1997 al 2011. Quattordici anni in cui i vertici dei vari marchi si sono incontrati e accordati su aumenti dei prezzi e tempistica per introduzione di tecnologie anti-inquinamento.
“Sapere che i costruttori dei nostri camion – continua il presidente CNA Fita – hanno speculato sul nostro lavoro per ben 14 anni e che senza un’autodenuncia tutto sarebbe continuato, avvilisce chi ogni giorno cerca di far crescere la propria azienda in modo onesto e con grandi difficoltà”.
Le aziende, finite nel mirino dell’Antitrust Ue, si sono messe d’accordo sui prezzi dei camion e sulle tecnologie anti-emissioni da adottare. A pagare le somme saranno Daf (752 milioni di euro), Volvo/Renault (670 milioni di euro), Iveco (494 milioni di euro) e Daimler: quest’ultima è senza dubbio la più colpita, visto che da sola dovrà sborsare poco più di un miliardo di euro.
“Non solo hanno fatto cartello – incalza Zambelli – ma pare abbiano anche deciso le tempistiche per l’introduzione delle tecnologie anti-emissioni e questo mentre ogni giorno gli autotrasportatori devono fare i conti con i vari divieti che in Europa impediscono il transito dei mezzi pesanti non rispondenti a precise classi di inquinamento”.
“Potrebbe essere interessante a questo punto – conclude il presidente CNA Fita – per risarcire almeno in parte gli autotrasportatori beffati, reinvestire i soldi recuperati dalla maxi multa attrezzando le strade d’Europa con aree di sosta e servizi a loro dedicati”.