Osservazioni fino al 3 luglio sulla bozza di provvedimento pubblicata dalle Infrastrutture. Toccherà alle amministrazioni formare il personale e dotarsi degli strumenti digitali

Scatterà tra poco più di un anno l’obbligo di progettare le grandi opere pubbliche con le procedure digitali del Building information modeling (BIM). Dal 2019 le stazioni appaltanti dovranno prevedere l’utilizzo del BIM per tutti i «lavori complessi» di importo superiore a cento milioni di euro.

Negli anni successivi l’obbligo verrà via via esteso alle costruzioni di importo minore, fino a riguardare tutte le opere pubbliche (comprese quelle di costo inferiore al milione di euro) nel 2025.

Cosa è il BIM

 Il BIM permette a tutti i soggetti impegnati nel progetto (architetti, strutturisti, impiantisti, costruttori) di collaborare senza diaframmi e in tempo reale. La novità di maggiore impatto deriva però dal fatto che a ciascun singolo “oggetto edilizio” (un impianto, una parete, un infisso ecc.) vengono associate una serie di informazioni (tipologia, performance, durata attesa, costo ecc.) che tutti possono condividere e implementare. Si possono così prevenire errori, scovare nuove soluzioni, dettagliare in anticipo le fasi di manutenzione post-cantiere: insomma, mettere in piedi un processo condiviso che promette di far risparmiare su tempi e costi di realizzazione e gestione delle opere.

Cronoprogramma 

Si comincerà con le opere di importo superiore a cento milioni. Si passerà poi – dal primo gennaio 2020 – alle opere di importo superiore a 50 milioni. Dal primo gennaio 2021 l’obbligo riguarderà anche le opere oltre 15 milioni. Un anno dopo saranno coinvolte anche le opere superiori a 5,22 milioni (attuale soglia Ue per i lavori). Mentre dal 2023 si scenderà alle opere di importo superiore al milione e dal primo gennaio 2025 anche alle opere sotto al milione.

Commissione di monitoraggio

Per tenere sotto controllo gli effetti innescati dal decreto il provvedimento prevede l’istituzione di una apposita commissione di monitoraggio. La commissione, da nominare tramite un nuovo decreto del MIT, avrà il compito di monitorare gli esiti, le difficoltà incontrate dalle stazioni appaltanti in fase di applicazione del presente decreto, nonché di individuare misure correttive per il loro superamento.

La Consultazione  – disponibile dal 19 giugno 2017 al 3 luglio 2017 – è ospitata su piattaforma on line messa a disposizione dal FORMEZ alla pagina http://commenta.formez.it/ch/CodiceAppalti

I risultati della consultazione pubblica saranno presi in considerazione dal MIT nella stesura del documento definitivo del decreto.

Leggi la Relazione di accompagnamento