«Al lavoro da subito per riconquistare le Bandiere Blu perse in due anni». È l’appello lanciato dal responsabile di CNA Turismo, Cristiano Tomei, all’indomani dell’annunciata perdita, per le spiagge abruzzesi Silvi e Rocca San Giovanni, dell’ambito riconoscimento assegnato annualmente, agli arenili migliori, dal Fee, Fondazione per l’educazione ambientale.
A detta di Tomei, «occorre cambiare passo, soprattutto sul fronte del coordinamento dei 19 centri costieri, perché non è possibile lasciar soli i Comuni nella ricerca affannosa, ogni anno, di riconoscimenti, come le Bandiere Blu, in grado di esercitare una grandissima attrazione turistica». «Insomma – prosegue – occorre un coordinamento che superi possibili tentazioni campanilistiche e permetta alle amministrazioni locali ed agli operatori del settore, che intendono collaborare alla conquista di questo importante strumento, di avere certezza su tempi e procedure».
In particolare, l’attenzione di Tomei si sofferma sulla questione della depurazione delle acque reflue: condizione che finisce per condizionare pesantemente le valutazioni sulla qualità delle spiagge abruzzesi: «Occorre una cabina di regia, ed un monitoraggio costante sul funzionamento degli impianti di depurazione, per intervenire con grande tempestività in caso di malfunzionamento. Perché non possibile immaginare che si debbano patire conseguenze sulla stagione turistica in ragione di ciò».
CNA Turismo, infine, punta il dito sulla gestione dei fiumi: «Ci sono realtà, come quella pescarese, dove le Bandiere Blu non ci sono da oltre un decennio, in cui alcuni strumenti come il “contratto del Saline”, che interessa più centri anche non costieri e il destino del corso d’acqua, che sono destinati a incidere profondamente sul risanamento delle acque, ma che stentano a muovere i primi passi».