Il decreto sisma per la ricostruzione delle aree colpite del Centro Italia risponde, complessivamente, alle esigenze di velocizzare le procedure ma per arrestare il progressivo deterioramento di un pezzo rilevante del Paese è necessario definire un Piano strategico per il Centro Italia. È quanto ha espresso la CNA in audizione alla Camera sul DL Sisma.
Artigiani e piccole imprese esprimono apprezzamento per il decreto predisposto dal governo per le aree colpite dagli eventi sismici nel centro Italia. In particolare, CNA auspica che questo provvedimento possa effettivamente accelerare il processo di ricostruzione che sta procedendo troppo lentamente e che ancora mostra diverse lacune procedurali.
CNA ha inoltre rappresentato l’esigenza di superare alcune rigidità in merito al mantenimento della destinazione urbanistica di alcuni edifici pubblici e la necessità di dare assoluta priorità anche ai contributi per la ristrutturazione di immobili destinati alle attività produttive, comprese quelle che sono state oggetto di temporanea delocalizzazione.
Nell’esprimere soddisfazione per l’ulteriore differimento di termini e scadenze, utili a ridare fiato alle imprese rimaste sul territorio, la CNA ha inoltre segnalato la necessità di alcune modifiche per limitare le difficoltà che le imprese incontrano nella gestione degli appalti, e nel recupero di crediti erariali. In particolare il provvedimento ha prorogato fino al 31 dicembre del 2020 lo stato di emergenza ed ha esteso ai comuni terremotati la misura “Resto al Sud” che introduce agevolazioni e incentivi economici a favore dei giovani imprenditori che decidono di realizzare insediamenti nelle zone colpite dal terremoto del 2016.
Altra novità del provvedimento riguarda la riduzione del 60% degli oneri contributi e delle imposte sulle buste paga che dovranno essere versati in un arco di tempo di 10 anni.
Da ultimo, CNA ha segnalato la necessità di rimettere tra le priorità del Paese la realizzazione di un Piano Strategico per il Centro Italia, che possa ridare fiato e futuro a territori che rischiano di essere sempre più marginalizzati.