Delle 1.100 imprese del settore acconciatura, estetica e tattoo attive nella provincia di Forlì-Cesena, una su cinque è abusiva. Lo rivela l’indagine dell’Ufficio studi della CNA territoriale. La percentuale delle attività nel settore beauty che lavora in modo irregolare nella provincia romagnola è più alta di quella nazionale, quasi il doppio: il 27% contro una media dello Stivale ferma al 14%. “Si tratta di una percentuale troppo alta – afferma Morena Valbonetti, presidente dei mestieri acconciatori di CNA Benessere e Sanità Forlì-Cesena – Tenendo presente che nella nostra provincia sono attive oltre 1.100 imprese del settore, i conti sono presto fatti”. Per contrastare il fenomeno “sono necessari interventi incisivi in tema di abusivismo da parte degli organi preposti – esorta Valbonetti – Questa battaglia richiede una stretta collaborazione tra le autorità di controllo e gli operatori del settore. Occorre intensificare le verifiche e applicare sanzioni per chi opera nel totale anonimato. Un ruolo decisivo, per esempio, lo potrebbe svolgere la polizia postale per vagliare i social network e siti web da cui gli abusivi promuovono i servizi”.
L’indagine condotta da CNA Forlì-Cesena ha esaminato non solo questo aspetto di opacità, ma anche le abitudini dei consumatori, rispetto alla domanda di servizi di acconciatura ed estetica. Il quadro emerso rivela che in provincia il 40% dei cittadini si affida almeno una volta al mese ai servizi del parrucchiere, il 7% più di una volta al mese, un quarto del campione una volta ogni due mesi e il 13% una volta ogni quattro mesi. Per i centri estetici il 41% della popolazione si affida una volta al mese, il 23% una volta ogni 2 mesi; l’11% una volta ogni quattro mesi. I servizi sono scelti per lo più con il passaparola, il 50 e 60%.