È stato presentato il 23 ottobre a Roma il primo Bilancio Sociale 2023 dell’Ente bilaterale nazionale dell’artigianato (EBNA) e del Fondo di solidarietà bilaterale per l’artigianato (FSBA), uno strumento importante per rappresentare in un modo socialmente responsabile il ruolo della bilateralità artigiana.
La bilateralità artigiana rappresenta ormai da molti anni uno dei migliori esperimenti di relazioni sindacali partecipate, in cui le parti sociali, a livello nazionale e a livello territoriale, individuano le prestazioni e gli interventi necessari per migliorare le condizioni di vita degli imprenditori e dei lavoratori.
Quello che emerge immediatamente dal rapporto, infatti, è il volume delle prestazioni della bilateralità: nel 2023 sono state erogate complessivamente 169.333 prestazioni, di cui 37.150 destinate alle imprese e 132.183 ai lavoratori dipendenti. Tali prestazioni hanno raggiunto 21.600 imprese e 92.596 lavoratori. Il contributo medio percepito per prestazione dai lavoratori ammonta a euro 836, mentre per le imprese il contributo medio per prestazioni è di 643 euro.
Quelli presentati sono numeri importanti, che danno la misura di una bilateralità sempre più radicata e rispondente ai bisogni crescenti del mercato. Le prestazioni erogate, infatti, vanno dal sostegno al reddito, alla formazione continua, alle misure di supporto per il caro vita, alle misure di conciliazione vita-lavoro e di supporto alla genitorialità, fino anche ai progetti di aggiornamento e qualificazione per supportare le imprese nelle transizioni. Numerosissime prestazioni, che rispecchiano la complessità delle esigenze presenti nel comparto artigiano e della piccola impresa.
I dati sono stati poi analizzati singolarmente per Regione/Provincia Autonoma, realizzando, in tal modo, un documento che può essere messo a disposizione dell’intero sistema per gli opportuni approfondimenti e valutazioni. Emerge, infatti, che a fronte di alcune prestazioni che ricorrono in maniera pressoché simile a livello interregionale, ve ne sono altre che sono specifiche di un determinato ente territoriale, delineando, così, un fondamentale allineamento tra le esigenze del territorio e la bilateralità che in esso nasce.
L’ultima parte del Bilancio sociale, infine, ha messo in luce come le prestazioni riescano a intersecarsi con gli indicatori di Benessere equo e sostenibile (BES), confermando, così che la bilateralità non rappresenta solo uno strumento di sostegno economico, ma anche uno strumento di miglioramento delle condizioni di vita complessive dei beneficiari.
“Si tratta di un valore che va evidenziato e messo in trasparenza verso gli stakeholder, le istituzioni, la società civile in generale, con l’obiettivo di accrescerne la consapevolezza”, ha evidenziato Maurizio De Carli, responsabile del dipartimento delle relazioni sindacali CNA, durante la tavola rotonda.