I costi energetici più che raddoppiati per le imprese della ricettività turistica sono ormai insostenibili e rischiano di fermare in autunno la crescita del settore che quest’estate sta registrando numeri da record. Per gli alberghi, il costo dell’energia è salito di oltre il 150% rispetto all’anno scorso.
Il caro-energia sta avendo un impatto negativo in particolare sugli immobili adibiti ad attività ricettive dell’alberghiero coinvolgendo quasi 33mila imprese del settore di cui 521 a 5 stelle, quasi 6mila a 4 stelle, oltre 15mila a 3 stelle e oltre 5mila e 500 tra 1 stella e residenze turistico alberghiere.
Anche il settore extra-alberghiero è in estrema difficoltà con oltre 145mila immobili adibiti a bed & breakfast e alloggi gestiti in forma imprenditoriale. Nel complesso oltre 170mila immobili per attività ricettive che in assenza di interventi di calmierazione rischiano di perdere competitività, a partire dall’autunno.
“È necessario estendere gli interventi previsti nel nuovo decreto per contrastare il caro-energia anche al settore degli immobili della ricettività turistica (alberghiero ed extra-alberghiero) che ricopre un ruolo strategico per l’offerta turistica nazionale e internazionale”. È quanto ha dichiarato Marco Misischia, presidente nazionale di CNA Turismo e Commercio.