“È giunto il momento di riprendere il confronto, da tempo congelato, per modificare i parametri della tariffa per lo smaltimento dei rifiuti applicata da Seab. Le imprese, duramente colpite dalla crisi, conseguenza dell’emergenza sanitaria, non possono sostenere ancora a lungo un sistema che impone costi esorbitanti, calcolati secondo i metri quadri, anziché pagare per quanto realmente smaltito”. Lo affermano il presidente e il direttore di CNA-SHV, Claudio Corrarati e Gianni Sarti.
L’Associazione ha preso spunto dall’Osservatorio “Prezzi&Tariffe” sui costi sostenuti dai cittadini per lo smaltimento dei rifiuti in tutti i capoluoghi di provincia, realizzato da Cittadinanzattiva. La città di Bolzano si posiziona tra i dieci capoluoghi più economici, precisamente in settima posizione, con una tariffa di 190 euro. In media una famiglia italiana paga una tariffa rifiuti di 300 euro.
“Non vorremmo – avverte Corrarati –che Bolzano sia campione d’Italia per i costi dei rifiuti più bassi riservati alle famiglie, ma dall’altra parte sia fanalino di coda per la tariffa applicata alle aziende”.
“Questo problema si trascina da tempo – aggiunge Sarti – Il fatto che le imprese paghino una tariffa molto più elevata del costo effettivo, consente di tenere basso il costo per le famiglie. È una scelta politica, che chiediamo di rivedere”.
CNA-SHV sottolinea che, nella condizione attuale provocata dai lockdown per l’emergenza sanitaria, caratterizzata da scarsa liquidità e cali di fatturato, a volte anche notevoli, ogni forma di riduzione delle tasse, delle imposte e delle tariffe dei servizi è un toccasana per micro, piccole e medie imprese.
“Molte aziende –prosegue Sarti – smaltiscono rifiuti speciali e pericolosi con le imprese specializzate, sobbarcandosi i relativi costi. Quel che rimane, ovvero i rifiuti assimilabili al rifiuto urbano, vengono prelevati da Seab o consegnati direttamente al centro di riciclaggio. A conti fatti, le aziende che hanno grandi magazzini e laboratori, ma anche le attività edili, smaltiscono in proprio gran parte dei rifiuti della produzione, sostenendo i costi. Inoltre, per un cestino in cui si raccolgono le carte e qualche bottiglietta di plastica, pagano una tariffa abnorme a Seab”.
“Chiediamo di rivedere i criteri per il calcolo della tariffa rifiuti delle imprese, abbandonando il calcolo a metro quadro e introducendo parametri legati alla quantità di rifiuti effettivamente prodotti e smaltiti, grazie a cassonetti aziendali e alle tecnologie che consentono di pesare i rifiuti immessi nel contenitore. Per le imprese – conclude Corrarati – sarebbe un segnale molto importante, in questo momento difficilissimo”.