“I CAF fanno notizia solo quando si può raccontare qualcosa di anomalo e lo si spaccia per consuetudine, il ‘mostro’ fa notizia. Un cattivo modo di fare informazione” – dichiara Armando Prunecchi, presidente del CAF CNA e direttore della Divisione Organizzazione e sviluppo del sistema CNA. “Si dovrebbe ricordare che il sistema dei CAF svolge, ormai da molti anni, un ruolo decisivo nell’intermediazione tra pubblica amministrazione e contribuenti ed il supporto a questi”.
“Lo dimostra il numero dei 730 elaborati, che supera i 17 milioni, in continuità con gli anni precedenti, e continua a rimanere su quei volumi, nonostante una azione importante di digitalizzazione operata dall’amministrazione pubblica” – prosegue il presidente Prunecchi.
“Le dichiarazioni sono sottoposte a un controllo preventivo da parte dei CAF, che si assumono una loro responsabilità apponendo il visto di conformità, quindi garantendo legittimità delle detrazioni e delle deduzioni. Un ruolo riconosciuto dalla P.A. che, per evitare abusi sulla cessione dei crediti o sullo sconto in fattura, ha esteso il visto di conformità da parte dei CAF a tutti i bonus edilizi”.
“I CAF dal 2015 subiscono una costante riduzione dei compensi, a fronte dei costi che sostengono per l’attività sul modello 730. Con l’introduzione del 730 precompilato è stato previsto, infatti, che il fondo stanziato nel bilancio dello Stato fosse, di anno in anno, ridotto, fino all’attuale dotazione di 100 milioni di euro, motivando la scelta con la presunta diminuzione dell’attività a favore del 730 precompilato” – continua Prunecchi. “La quantità di 730 precompilati stimato per il 2016 ancora deve essere raggiunta, mentre sono aumentati i numeri dei contribuenti che si sono affidati ai CAF per il 730. Per tale motivo, ogni anno il compenso è stato proporzionalmente ridotto: nel 2020 quasi del 45%. La norma va corretta in quanto è venuto meno il presupposto che l’aveva motivata”.
“Al tempo stesso – sottolinea Prunecchi – i CAF assistono milioni di famiglie italiane nella compilazione dell’ISEE, lo ‘strumento’ per la misurazione della situazione reddituale e patrimoniale dei cittadini e pensionati. Uno strumento che coinvolge un numero ancora maggiore di famiglie per effetto dell’assegno unico. Pertanto, si dovrebbe agevolare questa attività e non penalizzarla o scaricarla sui cittadini e sui pensionati. Una situazione comparabile a quella dei patronati, che svolgono un’altra meritoria attività di supporto alle persone, cittadini e pensionati, come il nostro patronato Epasa Itaco”.
“La P.A. ricorre diffusamente allo strumento dell’ISEE, con un incremento costante dei contribuenti che si rivolgono ai CAF per essere assistiti nella compilazione, e non si provvede ad aumentare proporzionalmente il fondo presso l’INPS destinato a coprire parzialmente i costi di tale attività. Il sistema dei CAF, attraverso la Consulta dei CAF – sottolinea Roberto Vitale, Direttore del CAF CNA – ha proposto di prevedere una norma che, ogni qualvolta si fa ricorso all’ISEE per un beneficio, venga stanziata una quota a favore dei CAF, stimando l’incremento di domande che la richiesta di beneficio avrebbe prodotto: proposta inascoltata”.
“Ciò nonostante, il sistema dei CAF sta garantendo i servizi richiesti dalla P.A. con il suo ruolo di intermediario e lo sta facendo con continuità e qualità, come dimostrano i numeri in costante crescita dei contribuenti che richiedono assistenza. Forse anche tutto questo dovrebbe essere raccontato, quando si parla del sistema dei CAF, o forse, più semplicemente, si dovrebbe chiedere ai contribuenti cosa pensano del sistema dei CAF, per capire esattamente il ruolo che hanno svolto in questi anni per agevolare i rapporti con la cattiva burocrazia del paese” – conclude Prunecchi.