Le tasse sulle imprese sono calate del 9,9% nel 2014 con un risparmio di 2,6 miliardi. E’ quanto calcola un working paper dell’Istat su ”La tassazione effettiva delle imprese in Italia”. La riduzione è dovuta alle misure sull’Ace (Aiuto alla crescita economica) e l’Irap. Oltre metà delle aziende, più precisamente il 57,3%, ha avuto così una pressione fiscale più bassa.
Il dato è però fuorviante, perché riguarda soltanto le società di capitali, e particolarmente quelle di grandi dimensioni, a cui l’Ace e la deduzione integrale del costo del lavoro hanno dato il maggior beneficio. Per quanto riguarda la micro e piccola impresa, il calo del total tax rate, come emerso dall’Osservatorio CNA sulla tassazione della piccola impresa, è dell’1,7% e deriva interamente dalla deducibilità del costo del lavoro.
CNA esprime apprezzamento per lo sforzo del Governo di ridurre la tassazione per le società di capitale. Adesso bisogna urgentemente pensare alle misure non attuate dalla delega fiscale, rivolte alle piccole imprese, che potrebbero supportare maggiormente la crescita economica del paese. Come promesso dal ViceMinistro Casero, nella prossima legge di stabilità bisognerà trattare alcuni temi importanti per queste imprese: l’istituzione dell’IRI (Imposta sul reddito di impresa), per consentire di investire gli utili nella propria attività e fornire concreti benefici fiscali alle imprese. La tassazione del reddito per cassa delle imprese con contabilità semplificata, le modifiche del regime forfettario, la definizione dei criteri di esclusione di piccole imprese e professionisti senza “autonoma organizzazione” dal pagamento dell’Irap e la riforma delle regole per stabilire il valore catastale degli immobili. Potrebbero essere queste alcune delle misure necessarie alle imprese per contribuire in maniera concreta ad un processo di crescita ormai non più rinviabile.