Sono stati presentati oggi i primi risultati di CambioPulito, la piattaforma promossa dall’Osservatorio sui flussi illegali di Pneumatici e pneumatici fuori uso cui aderisce CNA Servizi alla Comunità. Una filiera di oltre 50.000 aziende in Italia che sta dando un segnale chiaro e deciso contro l’illegalità: questa filiera genera ogni anno 30-40mila tonnellate di PFU che non esistono per il fisco e sono fuori dal target fissato dalla legge per il sistema nazionale di gestione, finanziato dai cittadini e dalle vendite regolari. Oggi l’accesso è riservato agli operatori del settore servizi dai consorzi e dalle associazioni di categoria partner, tra cui CNA.
Un messaggio chiaro, che ha permesso di mettere a fuoco meccanismi rodati di introduzione irregolare in Italia di pneumatici destinati alla vendita fuori dalle norme di legge.
A cinque mesi dal lancio, ieri è stato il momento di un primo bilancio dell’attività: 122 segnalazioni registrate, quasi una al giorno, 80 aziende segnalate, di cui 50 con specifica documentazione e 14 operatori commerciali attivi principalmente online, oggetto di 34 segnalazioni, cui sono associate, con descrizioni e documentazioni precise e circostanziate, pratiche illegali di evasione dell’IVA all’acquisto di pneumatici o mancato versamento del contributo ambientale per la gestione dei PFU. Questi alcuni dei dati presentati nel corso della conferenza stampa. Risultati che che hanno già consentito di inoltrare diverse delle segnalazioni raccolte al Comando Tutela Ambiente dell’Arma dei Carabinieri, per i necessari approfondimenti sulle diverse cause che portano alla generazione illegale di PFU.
“Noi rappresentiamo quelle imprese che pagano due volte il prezzo di questa situazione – ha detto il portavoce nazionale dei gommisti, Giuseppe Calì -. Con la concorrenza sleale da parte di chi opera al di fuori delle regole, che incide pesantemente sulla competitività delle nostre attività, e con le officine occupate dagli PFU non ritirati. Abbiamo ha aderito a CambioPulito perché siamo fermamente convinti che l’illegalità annienta la parte sana dell’economia. Noi siamo imprenditori -continua Calì- e il nostro compito dovrebbe essere quello di lavorare con serietà e responsabilità, la lotta all’illegalità dovrebbe essere una prerogativa delle Istituzioni. Ci auguriamo che i dati diffusi oggi contribuiscano a sensibilizzare l’opinione pubblica e orientare le Istituzioni e le autorità competenti, ad adoperarsi per individuare le soluzioni percorribili. Se, infatti, la legalità rimane un obiettivo primario e imprescindibile, è fondamentale un ruolo più incisivo delle istituzioni competenti, ministero dell’Ambiente e Organismi di controllo in primis, volto a garantire che il modello di gestione dei PFU possa superare le criticità riscontrate e rispondere in maniera più efficace all’obiettivo di tutela dell’ambiente” ha concluso.