Capitale umano, digitalizzazione, welfare, turismo sostenibile, infrastrutture, internazionalizzazione e accesso al credito. Sono questi i sette ambiti di intervento del Manifesto per la ripartenza e lo sviluppo della Calabria che è stato presentato lo scorso giovedì a Tropea all’incontro a cui ha preso parte anche il sottosegretario per il Sud Dalila Nesci.
“La Calabria non è figlia di un dio minore: può rappresentare il centro dell’Europa. Rivendichiamo un’autonomia. Non vogliamo uno sviluppo che è quello del Nord, bisogna partire dalle condizioni di questa terra. Siamo duri con noi stessi sui temi della legalità, dei valori, ma dobbiamo richiedere rispetto”. Parte proprio da queste parole il commissario regionale CNA Giuseppe Vivace per raccontare alla platea di imprenditori, e non solo, gli interventi mirati che guardano al futuro sposando i concetti europei.
Non è casuale che dei sette ambiti di intervento del Manifesto il primo posto spetti proprio al capitale umano. “Si può partire da tantissimi problemi – ha spiegato Vivace – ma partiamo dal capitale umano perché pensiamo che vadano messe al centro le persone. Chiediamo di pensare a una strategia di crescita, anche per fare in modo chei ragazzi che vivono in questa terra possano rimanere. Come? Puntando sulla formazione, sull’alternanza scuola-lavoro, sull’orientamento al lavoro”.
Di fondamentale importanza sono le infrastrutture. Tra l’elenco infinito dei lavori in corso CNA ne ha individuate due su cui puntare: l’Alta velocità e la SS106. E’ necessario anche uno sviluppo dei borghi del territorio sui quali bisogna provare a fare un turismo di qualità, esperienziale e sostenibile che mantenendo integra l’identità di questi luoghi senza tempo sappia aprirsi al mondo in termini di sistema, di made in Calabria.
Per poter affrontare le tematiche citate ed anche tutte le altre che da tempo aspettano l’attenzione che meritano come, tra tutte, la liquidità delle imprese, CNA ha chiesto in questa occasione di costruire un vero e proprio patto con le istituzioni. Il sottosegretario Nesci non ha potuto non rilevare che “c’è ancora tanto da fare e da lavorare. Quando nel Pnrr non trovate qualcosa sulla Calabria è perché mancano i progetti. Bisogna riunire le menti migliori e progettare”.
Infine, il sottosegretario si è soffermata su altri temi cari alla regione: il reddito di cittadinanza con le difficoltà legate ai centri per l’impiego calabresi, accentuati dal periodo pandemico e le critiche mosse ai giovani da parte di imprenditori che li accusano di non voler lavorare. Sulla questione Nesci è stata perentoria: “I giovani fanno bene a rifiutare i lavori dove si calpesta la dignità”.
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