L’escalation da record dei prezzi dei carburanti per autotrazione sta mettendo in ginocchio le imprese del trasporto persone, 29 mila imprese nel perimetro delle attività di trasporto di noleggio con conducente mediante auto e autobus e taxi.
L’impatto dell’aumento del carburante è talmente penalizzante, per un settore già colpito duramente dalla crisi pandemica, che si scaricherà sui margini di profitto e sul valore aggiunto di ciascuna impresa. In particolare, sul comparto taxi che opera con tariffe amministrate, sulle imprese di bus che operano in sub affidamento nei servizi di Tpl, sulle imprese di noleggio con conducente auto e bus che non hanno più beneficiato della moratoria dei leasing in un mercato che non ha mai dato cenni di ripresa.
CNA Fita e le altre associazioni di categoria chiedono al Governo che si faccia interprete del forte disagio delle imprese, mettendo in campo strumenti che possano alleviare le gravi ripercussioni derivanti da questa tensione sui prezzi che, peraltro, non vede tregua nel breve periodo.
Necessaria l’introduzione di una clausola di adeguamento dei costi di trasporto al costo del carburante; una variazione automatica applicata alle voci tariffarie legate al trasporto, riconducibile al valore del prezzo medio mensile nazionale del carburante da autotrazione al consumo.
È giunto il momento di prevedere l’introduzione del cosiddetto “carburante professionale”, con prezzo calmierato alla pompa, come già avviene per il carburante agricolo e un credito d’imposta sui costi di acquisto del carburante.
La situazione è talmente grave che le imprese non sono più in grado di garantire i servizi.
Per tale ragione chiediamo al Governo strumenti nuovi che consentano di assorbire le perdite di fatturato a fronte dei maggiori costi e formule nuove, che ridisegnino e riprogrammino la domanda di mobilità consentendo alle imprese di questo comparto di ricominciare a lavorare.