Un meccanismo compensatorio obbligatorio, aggiornamenti in linea con i prezzi di mercato e un’efficace clausola automatica di revisione prezzi: queste le richieste che come CNA Costruzioni abbiamo avanzato insieme alle altre associazioni della filiera (Ance, Alleanza delle cooperative – Legacoop produzione e servizi, Confcooperative lavoro e servizi, Agci-Produzione e Lavoro, Anaepa Confartigianato, Assistal, Claai, Confapi Aniem, Fiae Casartigiani, Oice, Ucsi). L’occasione è l’avvio in Parlamento dell’esame del ddl di conversione in legge del Decreto Sostegni Ter.
Le associazioni riconoscono i passi avanti compiuti nel provvedimento in tema di caro-materiali, ma non basta per scongiurare il rischio di blocco dei cantieri. Secondo le associazioni che rappresentano la filiera, occorre quindi prevedere un meccanismo per adeguare in modo strutturale e vincolante i prezzi delle materie prime ai nuovi valori di mercato. Sia per le opere in corso che per quelle ancora da bandire (art. 29 del decreto).
Senza misure risolutive il peso dei rincari continuerà a gravare solo sulle spalle di chi deve realizzare le opere: i ristori riconosciuti finora, infatti, sono pari a meno della metà di quanto è stato pagato dalle aziende. Senza contare poi che, a distanza di un anno, le stesse aziende non hanno ancora ricevuto i fondi.
Tra le misure urgenti da inserire nel Decreto in fase di conversione, segnaliamo al Governo la necessità di prevedere un meccanismo obbligatorio di compensazione, semplice e automatico, con cadenza semestrale e valido fino alla fine del 2023.
È poi assolutamente necessario integrare il paniere di tutte quelle voci finora non considerate e che sono di uso comune per le imprese della filiera.
Per non bloccare le opere già in corso, occorre poi garantire che l’aggiornamento dei prezzari avvenga sulla base dei valori di mercato.
È infatti inaccettabile mandare in gara opere sottocosto, compromettendo la possibilità di partecipazione alle imprese più serie e qualificate e la garanzia del rispetto dei cronoprogrammi oggi stabiliti.
A regime occorre poi l’individuazione di un meccanismo strutturale di revisione prezzi sulla base delle migliori esperienze Ue e Banca mondiale, con aggiornamenti dei contratti a rialzo e a ribasso in funzione dell’andamento effettivo dei costi dei materiali.
Senza questi correttivi gli operatori di settore segnalano che nessuna impresa seria sarà in grado di partecipare alle gare, con il rischio di rallentare, se non di bloccare, opere fondamentali per la crescita e lo sviluppo del Paese.