La Direttiva Case Green costituisce una opportunità importante e di prospettiva per il settore. Ma serve un approccio pragmatico e sostenibile per il raggiungimento dei nuovi obiettivi: l’efficientamento energetico insieme alla messa in sicurezza del patrimonio edilizio italiano devono costituire priorità di questo esecutivo. Ad affermarlo Enzo Ponzio, presidente nazionale CNA Costruzioni, intervenendo alla tavola rotonda su “Direttiva europea sulle abitazioni”, che ha concluso la settimana dell’edilizia sostenibile organizzata dalla CNA di Lucca, alla quale hanno partecipato imprenditori, esperti del settore, esponenti politici nazionali di maggioranza e opposizione.
“È evidente – ha continuato Ponzio – quanto sia necessario un adeguato sistema di sostegno finanziario per supportare l’ondata di ristrutturazioni che ci attende. A tal proposito non possiamo non stigmatizzare ancora una volta il grave problema dei crediti incagliati. Non risolverlo significherebbe mettere a rischio la sopravvivenza di migliaia di imprese in difficoltà rendendo vana qualsiasi discussione sul futuro del settore. Ci aspettiamo quindi che nei prossimi giorni il Governo trovi delle soluzioni adeguate al problema”.
Ritornando alla Direttiva Case Green, Ponzio ha evidenziato come i suoi obiettivi rappresentino “una sfida importante sulla quale occorre avere un approccio pragmatico da parte di ogni Stato membro nella fase del recepimento. Ci auguriamo quindi che il Governo Italiano faccia la propria parte mettendo cittadini e imprese nella condizione di poter realizzare gli interventi necessari attraverso strumenti adeguati. Per una corretta programmazione ed esecuzione dei lavori la prospettiva di medio lungo termine definita dalla Direttiva recepisce ciò che da tempo sosteniamo”.
All’interno della stessa tavola rotonda, nella sua relazione introduttiva il segretario generale di EBC (European Builders Confederation), Fernando Sigchos Jiménez, ha sottolineato come il recente voto del Parlamento Europeo abbia rappresentato un ulteriore passo verso la definizione del percorso che potrebbe aprire prospettive di grande interesse per l’intero settore da qui ai prossimi anni in attesa che i negoziati all’interno del Trilogo trovino il giusto equilibrio per una definizione del testo finale.
A sua volta Barbara Gatto, responsabile nazionale CNA del Dipartimento Politiche ambientali, ha rimarcato “l’obsolescenza del nostro patrimonio immobiliare, fatto di 12 milioni di edifici e 31 milioni di abitazioni, che conta almeno il 60% delle case in classe G e F, rappresentando una base solida su cui agire in termini di riqualificazione energetica per il mercato delle costruzioni”.
“La revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia – ha spiegato Gatto – è uno dei passi necessari per realizzare l’ondata di ristrutturazioni già individuate come tratto distintivo del ‘Green New Deal Europeo’. Investire nella riqualificazione degli edifici vuol dire migliorare la vivibilità delle città e tutelare il nostro territorio nonché ridurre i consumi energetici e, quindi, contribuire ad alleggerire la nota dipendenza dell’Italia dalle fonti fossili. In tale contesto il Piano nazionale di ristrutturazione, che ogni Stato Membro dell’Unione dovrà redigere, rappresenterà lo strumento per adeguare gli obiettivi in base alle caratteristiche di ciascun Paese e definire le necessarie misure di accompagnamento e sostegno agli investimenti. E proprio su questo fronte ci aspettiamo il coinvolgimento delle associazioni nella stesura del Piano”.
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