“Da un’emergenza ad un’altra: il tratto della E45 chiuso al traffico per il viadotto posto sotto sequestro – 13 chilometri fondamentali per la viabilità tra Toscana ed Emilia Romagna, specie dei mezzi pesanti – rischia di innescare una reazione a catena sulle strade alternative” si esprime in questi termini Tommaso Ausilio, Presidente CNA Casentino il cui pensiero va all’arteria di fondovalle del Casentino ed al passo dei Mandrioli.

“Lamentiamo da anni per la nostra vallata un sistema viario inadeguato ed una carenza infrastrutturale che incide pesantemente sul sistema imprenditoriale del Casentino: se non si trovano in tempi brevi soluzioni adeguate al blocco della E45, si rischia di mandare in tilt le altre reti di collegamento con la Romagna già oggi ampiamente trafficate e coi disagi che conosciamo da anni. La Umbro-Casentinese ed i Mandrioli rischiano il collasso con l’aumento della circolazione dei mezzi pesanti, tanto più d’inverno dove la situazione può cambiare in poche ore in caso di precipitazioni nevose che – come è noto – fanno scattare subito il divieto di transito sul passo. Il risultato? Un pezzo di economia delle zone appenniniche si troverebbe in ginocchio: basti pensare al movimento generato da Cesena, uno dei più grossi centri ortofrutticoli d’Italia. Il Casentino è una vallata pesantemente colpita dalla crisi con incerte prospettive di crescita e sviluppo: le aziende artigiane sono scese poco oltre la soglia delle 1000 imprese, segnale di un’emorragia di attività e posti di lavoro che non è destinata ad arrestarsi. Già oggi chi per lavoro è costretto a percorrere i Mandrioli deve fare i conti con le difficoltà specie del tratto romagnolo e con una circolazione di mezzi che definirei non intensa bensì spropositata. Mi chiedo allora perché non si è intervenuti sulla frana a ridosso del ponte Puleto che staziona da anni ed impedisce la circolazione: quella poteva essere oggi l’arteria alternativa per far fronte all’emergenza e verso la quale concentrare il traffico dei pendolari e dei veicoli commerciali. Nessuno pretende opere faraoniche, ma adeguate opere di manutenzione viste le capacità di intervento e gli strumenti oggi a disposizione. Le infrastrutture – si sa – chiamano in causa risorse, costi che in Italia sono tra i più alti d’Europa, volontà politica, coordinamento tra gli enti coinvolti. C’è da augurarsi che l’Anas fornisca in tempi brevi le analisi effettuate sul ponte così da poter valutare – in condizioni di assoluta sicurezza – la riapertura del ponte magari a senso alternato”. 

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