Continua la crescita dell’occupazione nell’artigianato e nella micro e piccola impresa anche a marzo. Ma a un ritmo più lento dei primi due mesi dell’anno. Un risultato che sconta anche il clima d’incertezza politica.
Lo rileva l’Osservatorio lavoro della CNA che monitora mensilmente l’andamento dell’occupazione (in un campione di circa 20mila imprese associate alla Confederazione con quasi 136mila dipendenti) da dicembre 2014, alla vigilia dell’entrata in vigore del pacchetto di riforme che hanno profondamente modificato la disciplina del lavoro in Italia.
In dettaglio, l’incremento dei posti di lavoro a marzo segna un +0,3% sul mese precedente e un +3,5% su marzo 2017. A febbraio, invece, l’aumento era stato dello 0,6% sul mese precedente e del 3,9% su base annua.
Il rallentamento nella crescita dei posti di lavoro nelle imprese artigiane, micro e piccole è stato determinato soprattutto dalla crescita delle cessazioni di rapporto (+18,7%, per arrivare a interessare il 2,5% degli occupati complessivi) a fronte di un incremento delle assunzioni limitato all’1,4%, coinvolgendo quindi il 2,9% dell’intera platea. Un combinato disposto che porta al +10,5% l’occupazione nelle imprese artigiane, micro e piccole tra dicembre 2014 e marzo 2018.
L’andamento delle assunzioni permette una riflessione. Gli incentivi a favore dei contratti a tempo indeterminato inseriti nella Legge di Bilancio 2018 hanno sortito un effetto limitato. A farla da padrone a marzo sono state, infatti, le assunzioni a tempo determinato (59,6% del totale) seguite dai nuovi contratti a tempo indeterminato con il 17,4% (comunque quasi raddoppiati rispetto a marzo 2017 quando si erano fermati al 9%), dall’apprendistato (12,5%) e dal lavoro intermittente (10,6%).
Sul fronte delle cessazioni sono i contratti a tempo determinato i più falcidiati (rappresentano il 47,4% del totale), seguiti dal tempo indeterminato (34,6%), dal lavoro intermittente (9,7%) e dall’apprendistato (8,3%). Interessante è l’andamento delle cessazioni di contratti a tempo indeterminato, diminuite in un anno del 16%.
I contratti a tempo indeterminato rimangono i più diffusi nelle imprese artigiane, micro e piccole. Anche se ne continua la riduzione del loro “peso”. A marzo costituivano il 65,9% del totale (- 0,6% in un mese, -7,1% in un anno) rispetto all’86,7% di dicembre 2014. Nello stesso arco di tempo, i contratti a tempo determinato sono aumentati dal 5,6 al 21,7%, l’apprendistato dal 5,1 al 9,4% e il lavoro intermittente dal 2,6 al 3%.