CNA ha partecipato al terzo summit nazionale sull’economia del mare “Blue forum” dal titolo “Investiamo nell’economia del Mare. Giornata nazionale del mare” tenuto a Gaeta.
Una tre giorni di dibattiti e di specifiche sessioni utili per gli obiettivi strategici contenuti nel Piano del mare a cura del ministero per la Protezione civile e Politiche del mare per il triennio 2023-2025.
Il dodicesimo rapporto sull’economia del mare, presentato da Antonello Testa, coordinatore di Ossermare e segretario di CNA Latina, ha fotografato il peso economico e la capacità moltiplicativa dell’intera filiera della blue economy a livello europeo e nazionale: 73 miliardi di euro di utile lordo e 4,5 milioni di occupati a livello continentale di cui rispettivamente il 13,3% e il 12% attribuiti all’Italia.
Nell’ambito del programma, durante le sessioni di approfondimento, sono intervenuti tra gli altri Alessandro Battaglia, responsabile nazionale di CNA Nautica, e Cristiano Tomei, coordinatore nazionale di CNA Balneari e di CNA Turismo e Commercio.
“È fondamentale una reale consapevolezza dell’articolazione della filiera nautica che paga anche la sottovalutazione di una contabilità statistica a maglie ridotte – ha rilevato Battaglia – Infatti, quando si pesa il valore economico e sociale del comparto si tiene conto solo dell’attività strettamente cantieristica, vale a dire della costruzione e della riparazione di imbarcazioni, senza valutare tutte le altre strutture produttive e di servizio funzionali alla nautica da diporto. Un insieme molto ampio di prodotti, che spazia dal settore tessile ai mobili, dalla produzione e installazione di macchine e apparecchiature ai prodotti in metallo, dalla meccanica alla strumentazione di bordo. Se i grandi cantieri ricoprono indubbiamente un ruolo da traino fondamentale per il settore, le Pmi continuano a fornire contributi rilevanti alla filiera in termini di competenze, know-how e specializzazioni. Gli investimenti e gli interventi più urgenti di cui necessita la complessa filiera, oltre che ai temi della digitalizzazione, dell’innovazione e della sostenibilità ambientale, sono riconducibili alla normativa di settore, alla valorizzazione del territorio e alla formazione”.
Per Cristiano Tomei “mare e turismo rappresentano un binomio imprescindibile, una strategia vincente per l’attrattività dei mercati internazionali. Un ecosistema unico e identitario. Un viaggio attraverso le esperienze, le lavorazioni dei nostri prodotti tipici, che diventa memoria vivente immergendosi nella quotidianità e nella storia, anche semplice, dei luoghi visitati. Un comparto, quello turistico costiero, laghi compresi, che vale 170 milioni di presenze turistiche ogni anno con un’incidenza del 40% sull’intero ammontare dei pernottamenti registrati in ambito nazionale. Anche per questo motivo bisognerà continuare a insistere sul versante della sostenibilità, della digitalizzazione e della mobilità per ridurre sempre di più il divario tra il nord, il sud e le isole e per favorire la destagionalizzazione. Anche sul lato della riforma delle concessioni balneari è importante, attraverso la mappatura e il lavoro del tavolo tecnico istituzionale, chiudere una decennale vertenza per ridare certezza a un settore fondamentale per la crescita dell’economia del mare”.