Si è svolta ieri la cabina di regia per l’internazionalizzazione co-presieduta dal ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, e dal ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, per condividere e delineare le linee strategiche utili a sostenere l’internazionalizzazione delle imprese italiane.
Per la Confederazione è intervenuta la vicepresidente nazionale, Roberta Datteri che ha sottolineato la portata storica e la visione strategica del patto per l’export sottoscritto nel giugno 2020 tra istituzioni e rappresentanti del sistema economico. “Lo confermano i dati – ha affermato – evidenziando che in questo anno di transizione l’Italia ha gettato le basi per una crescita delle esportazioni ben oltre i livelli pre-pandemia. E senza dubbio questo risultato è da attribuire, almeno per il sistema delle micro, piccole e medie imprese, anche a quel concerto di strumenti messi in campo dal patto per l’export”.
La vicepresidente si è poi soffermata sul ruolo delle Pmi. “La crescita del Pil è sicuramente dovuta anche al nostro modello manifatturiero – ha aggiunto – spesso sottovalutato e ingiustamente denigrato da chi non conosce i numeri e le realtà del made in Italy. Nonostante le note difficoltà, gli indici di fiducia delle imprese manifatturiere italiane continuano a crescere insieme agli ordinativi, grazie ad una serie di fattori congiunturali ma anche strutturali come ad esempio la grande diversificazione dell’export e l’utilizzo di catene corte di fornitura interne. Riteniamo indispensabile garantire la stabilità degli strumenti adottati non solo perché ciò ne rafforza l’efficacia, ma perché attraverso la stabilizzazione si consente alle imprese una adeguata programmazione e l’adozione di strategie di sviluppo. In generale l’incertezza delle norme non stimola investimenti e crescita, col rischio che l’incentivo si trasformi in un premio. Apprezziamo particolarmente il consistente rifinanziamento del fondo rotativo 394 per il quale proponiamo un sistema di monitoraggio tecnico per un utilizzo efficace ed efficiente, possibilmente con il contributo delle associazioni di rappresentanza delle Pmi. Oltre alla stabilità vorremmo raccomandare la declinazione degli strumenti in formule ‘multisizes’: fruibili cioè da tutte le imprese esportatrici o potenzialmente tali a prescindere dalla dimensione o tipologia perché ogni azienda che esporta e produce reddito è meritevole di essere supportata nel proprio processo di investimento. Anche in materia di credito all’esportazione, soprattutto in termini di assicurazione”.
“Riteniamo inoltre indispensabile – ha proseguito Datteri – intensificare la trasversalità degli strumenti a sostegno dell’export e il loro coordinamento con quei drivers che concretamente possono concorrere a rafforzarne l‘efficacia in termini moltiplicativi: ricerca e sviluppo, tutela delle privative industriali, credito all’ esportazione, ma anche diplomazia economica, solo per citarne brevemente alcuni”.
La vicepresidente nazionale CNA ha infine concluso il suo intervento rivolgendo un plauso “per la metodologia adottata nel patto per l’export, e soprattutto per il riconoscimento e la valorizzazione del ruolo degli organismi intermedi di rappresentanza delle imprese il cui contributo potrebbe anche essere ulteriormente implementato: è proprio con un grande gioco di squadra dove tutti i player svolgono un ruolo fondamentale che potremo conseguire gli obiettivi prefissati”.