“Lo schema di Dpr sulla disciplina della gestione delle terre e delle rocce da scavo appare come un mero intervento di riordino. Bene. Ma non è sufficiente”. Lo ha affermato la CNA nell’audizione che si è tenuta oggi al Senato di fronte ai membri della 13esima Commissione.
“Da tempo è stata evidenziata – ha sottolineato la CNA – la necessità di un intervento di razionalizzazione e semplificazione di questa gestione, in particolare nei piccoli cantieri, quelli che producono non più di 6mila metri cubi di terre e rocce da scavo. Le procedure previste nello schema di Dpr per questa tipologia, invece, in molti casi coincidono con quelle dei cantieri di grandi dimensioni e talvolta sono addirittura più complesse delle procedure in vigore oggi”.
“E’ necessario – ha rilevato la CNA – rivedere in alcune parti lo schema di Dpr. Per i piccoli cantieri, in particolare, va garantita alle imprese una maggiore flessibilità sui tempi e la possibilità di evitare l’analisi del materiale quando le informazioni sulla sua natura sono già disponibili. In aggiunta, nei micro-cantieri, si potrebbe concedere ai produttori di ricorrere a una speciale autodichiarazione dai contenuti ancora più snelli”.