“La CNA apprezza la struttura del Def, così come anticipata nel comunicato stampa della presidenza del Consiglio. In particolare, condivide l’impegno di proseguire il piano di riduzione della pressione fiscale e di rilanciare gli investimenti e l’occupazione. Nella giusta direzione va sicuramente anche il blocco agli aumenti programmati dell’Iva e l’intenzione di reperire le risorse finanziarie necessarie dalla razionalizzazione della spesa pubblica e dalla lotta all’evasione.
Con la stessa franchezza, la CNA boccia la decisione di estendere il meccanismo dello split payment anche alle prestazioni nei confronti delle società partecipate dirette e indirette, contrariamente a quanto sollecitato dalla nostra Confederazione. Questo provvedimento è destinato a creare enormi problemi finanziari a numerosissimi artigiani, micro e piccole imprese, per i quali il rischio di chiusura diventa reale dal momento che il Def imporrà l’obbligo del visto di conformità a partire dai 5mila euro di crediti, una prestazione da chiedere ai professionisti che incide fino a un quinto dell’importo.
L’idrovora fiscale denominata split payment già sottrae alle imprese mediamente oltre nove miliardi l’anno. Con oneri finanziari quantificati dalla CNA in circa 325 milioni l’anno a carico di quanti sono costretti a rivolgersi alle banche per coprire il danno, ammesso che le banche decidano di erogare prestiti per garantire liquidità. Una fattura da capogiro a carico delle imprese che l’ampliamento del perimetro dello split payment farà lievitare in modo sensibile. Una operazione meramente finanziaria che non inciderà sulla lotta all’evasione Iva dopo l’introduzione dell’obbligo di fatturazione elettronica nei confronti della Pubblica amministrazione e dell’obbligo delle imprese di comunicare tutti i dati delle fatture emesse e ricevute e delle liquidazioni Iva trimestrali”. Lo si legge in un comunicato della CNA.