In riferimento alle notizie apparse su alcuni quotidiani, relative alle presunte divergenze tra la CNA e la presidente della CNA Fita, Cinzia Franchini, rispetto alla denuncia e al contrasto alle infiltrazioni mafiose nel settore dell’autotrasporto, la CNA ribadisce, nel modo più assoluto, l’impegno a favorire l’affermazione della legalità in tutti gli ambiti della vita economica e sociale del Paese.
Da sempre la Confederazione sostiene la battaglia contro le mafie nella sua azione di rappresentanza ed esprime, come già fatto più volte in passato, piena solidarietà e sostegno alla coraggiosa iniziativa svolta in prima persona dalla presidente della CNA Fita e da tutti coloro che sono quotidianamente impegnati a favore della legalità mettendo a rischio la propria libertà e incolumità.
Tuttavia, davanti alle ripetute dichiarazioni della presidente Franchini rilasciate agli organi di stampa, mai smentite, che accusano la CNA di inerzia nei confronti dell’illegalità e che gettano ombre sull’operato dei suoi gruppi dirigenti, alludendo ad un atteggiamento di non ferma opposizione nei confronti della criminalità, la Direzione Nazionale della CNA, lo scorso 18 febbraio, ha votato all’unanimità un ordine del giorno in merito a dette affermazioni.
Affermazioni, peraltro, che tendono a creare immotivate divisioni tra il mondo del trasporto e la CNA.
La decisione della Direzione Nazionale ė volta a tutelare l’immagine e l’indiscussa e indiscutibile onorabilità di una grande Confederazione, da 70 anni impegnata a fianco degli artigiani e delle imprese nella promozione dei più alti valori etici e di integrità morale.
Per tale motivo, diversamente da come riportato da alcuni organi di stampa, che hanno impropriamente parlato di “espulsione della Franchini”, la Direzione Nazionale ha dato mandato al presidente nazionale di tutelare la Confederazione, i suoi dirigenti, tutti i suoi associati, da affermazioni lesive della reputazione, del buon nome e della storia della nostra associazione, valutando di assumere i provvedimenti previsti dallo statuto nazionale e dal regolamento della CNA per condannare un atteggiamento contrario allo spirito costitutivo della nostra associazione.