«Non posso fare a meno di sottolineare come ci sembri del tutto innaturale che un’impresa che da anni svolge la propria attività si veda costretta a partecipare a un bando per poter continuare a esercitare la stessa attività; forse, un caso unico in Europa». Esordisce così Franco Vichi, direttore generale Cna Firenze, alla vigilia di un’altra mobilitazione delle imprese del settore del commercio ambulante sulla applicazione nazionale della Direttiva Bolkestein.
Tra gli imprenditori del settore c’è grande e legittima preoccupazione per gli effetti che l’applicazione della Direttiva Bolkestein ha sul loro presente e avrà sul loro futuro, a partire dall’obbligo di partecipazione ai bandi per il rinnovo della concessione (che sarà comunque a termine e non oltre dodici anni e non fornirà più alcuna certezza sui rinnovi successivi) alla liberalizzazione dei mercati che dà alle aziende di capitale la facoltà di partecipazione ai bandi stessi con ripercussioni sul piano della concorrenza.
Per Cna Firenze è giusto e opportuno offrire un punto di riferimento certo ai propri associati del settore e, più in generale, a tutti gli operatori del settore ambulante che lavorano nei mercati storici fiorentini (circa 400), che rappresentano una parte importante dell’attività economica e sociale di questo territorio e Paese.
«Tra i mercati rionali e il mercato delle Cascine stiamo parlando di circa 4mila concessioni – spiega Franco Vichi -. Comprendiamo fino in fondo la legittima paura degli operatori del settore perché con questo provvedimento si crea molta incertezza sul futuro della propria impresa, instabilità che non consente neanche di programmare gli investimenti necessari Più in generale, si deve tener conto che si mettono in estrema difficoltà oltre 200mila imprese, per lo più familiari, e circa 400mila posti di lavoro nel nostro Paese. E tutto ciò in un momento ancora difficile per la nostra economia, dove le difficoltà sono evidenti e sotto gli occhi di tutti. Cna Firenze esprime un chiaro e forte sostegno alle imprese che manifestano legittimamente in difesa dei propri diritti su provvedimenti che mettono a rischio l’esercizio della loro attività e impattano proprio in un momento particolarmente critico e difficile del settore. Auspichiamo risposte certe e percorribili dopo l’incontro al Ministero dello Sviluppo Economico del 3 novembre scorso, risposte che possano venire finalmente incontro alle richieste della categoria e sfociare nella concessione di una proroga fino al 2020, voluta da più parti. Il Governo e le Istituzioni preposte alle applicazioni della direttiva dovrebbero riflettere sulla necessità di togliere dalla normativa citata il settore degli ambulanti citata. Ricordiamo che l’Italia – conclude Vichi – è, insieme alla Spagna, l’unico paese che prevede questa direttiva e francamente continuiamo a chiederci il perché».