“Transizioni e mobilità occupazionale nell’artigianato e nelle Pmi” è stato il focus del Seminario del Dipartimento delle Relazioni Sindacali, che si è svolto il 21 marzo e che ha focalizzato numerosi temi del mercato del lavoro, dalle difficoltà di inserimento lavorativo, al difficile incontro tra domanda e offerta di lavoro, alla disoccupazione giovanile, fino alle nuove sfide delle politiche attive e della bilateralità.
Dopo il saluto introduttivo del vicepresidente CNA Gino Sabatini, di Maurizio De Carli, responsabile del Dipartimento delle Relazioni Sindacali e di Giuseppe Vivace, Direttore dell’Ecipa, gli interventi dei relatori hanno messo in luce un nuovo scenario nel mercato del lavoro, che, con la fine della pandemia e il contestuale verificarsi di altri fattori, tra cui quelli demografici, si trova ora in una fase caratterizzata dalla carenza relativa di offerta e intensa mobilità volontaria del lavoro.
Nella sua introduzione, Sabatini ha elencato le priorità, come la difficoltà di inserimento lavorativo, che molte imprese lamentano ormai da anni e che convive, in maniera contraddittoria, con gli alti numeri della disoccupazione giovanile. Poi il tema delle politiche del lavoro e della formazione, che “nel nostro mondo hanno un ruolo fondamentale perché sappiamo bene quanto essa sia il vero grande motore dello sviluppo, della crescita dei salari e della produttività”.
Il Prof. Giuseppe Croce, docente all’Università La Sapienza di Roma ed esperto di politiche del lavoro, ha scattato una fotografia del mercato del lavoro sottolineando che si tratta di una situazione che prefigura possibili sviluppi positivi in termini di maggiori opportunità di inserimento occupazionale e di miglioramento delle condizioni di lavoro, ma che richiede di rafforzare gli investimenti formativi, le politiche del lavoro e dare un nuovo slancio alla produttività.
Proprio la produttività – ha ribadito il prof. Marco Leonardi, docente all’università di Milano – è il tema nevralgico da affrontare, che pone tutta una serie di conseguenze anche sul salario, sul PIL e sulla crescita. Per questo servono azioni e politiche di rilancio della produttività e di potenziamento dei lavori di qualità.
Infine, il prof. Michele Faioli, docente all’Università Cattolica e consigliere esperto del CNEL ha evidenziato le direzioni verso le quali orientare l’azione delle Parti Sociali: negoziazione della flessibilità, innovazione, potenziamento della bilateralità, anche mediante azioni sinergiche con le politiche attive del lavoro e orientamento scolastico dei giovani, per tentare di colmare quel grande gap ancora esistente tra scuola e lavoro.
Proprio la bilateralità – ha concluso Claudio Giovine, Direttore della Divisione Economica e Sociale della CNA – dovrà essere il principale strumento da potenziare nelle imprese artigiane, per creare valore reale per i dipendenti, per rendere più attrattive le imprese artigiane e per guidare la crescita di un comparto, che dovrà reagire positivamente a questa fase di transizione ecologica e digitale, anche grazie alle opportunità messe in campo dal Pnrr.