Nel 2016 la Commissione europea infliggeva una sanzione di 2,93 miliardi di euro a cinque produttori europei di autocarri che, secondo Bruxelles, avrebbero costituito un cartello per concordare i listini di vendita dei veicoli e per trasferire a carico dei clienti i maggiori costi sostenuti per le tecnologie adottate allo scopo di ridurre le emissioni, come prescritto dalle normative comunitarie.

Da allora alcune imprese hanno avviato le cause per ottenere i risarcimenti. A parlarne ai microfoni di ‘Autotrasporti’, programma di Radio24, è Mauro Concezzi, responsabile nazionale di CNA Fita.

“Abbiamo avviato una class action alla quale hanno aderito circa 3mila imprese per chiedere i risarcimenti alle case costruttrici di autocarri, ma ci siamo scontrati con la lentezza della giustizia – ha esordito Concezzi – I tribunali nominati sono stati solo tre (Milano, Roma e Napoli), competenti in materia di antitrust. Ci appelliamo al governo affinché estenda le competenze di queste cause anche ai tribunali ‘ordinari’ in modo da accelerare i tempi che altrimenti saranno lunghissimi”, ha concluso.