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CNA Fita scende in campo sul blocco al Brennero. Lanciato l’hashtag #BrenneroMerci

CNA-FITA scende in campo sul paventato blocco austriaco al Brennero. L’associazione dei trasportatori di CNA, infatti, partecipa all’iniziativa concordata in seno al Comitato Scientifico della Rivista Tir del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, d’intesa con Radio24: è stato lanciato l’hashtag Twitter #BrenneroMerci per sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi di un blocco o di un rallentamento dei traffici al Brennero.

“Il Brennero è “in casa nostra” ed è uno dei punti nevralgici del trasporto merci. La sua chiusura, di certo non per volontà dell’Italia e dell’Alto Adige, avrà inevitabili ripercussioni sull’economia”, avverte Piero Cavallaro, responsabile CNA-FITA del Trentino Alto Adige.

Per monitorare l’evolversi della situazione, Radio 24, in collaborazione con Rivista TIR, la rivista del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha deciso di lanciare l’hashtag #BrenneroMerci per raccogliere le testimonianze, i commenti e le segnalazioni sulla situazione del traffico

merci al Brennero.  Nell’hashtag #BrenneroMerci confluiranno in un’unica voce tutte le

testimonianze, i commenti e le segnalazioni di chi percorre o fa percorrere il Brennero per trasportare o far trasportare merci. La redazione di Radio 24 le raccoglierà e le rilancerà per tenere informati gli ascoltatori attraverso le due trasmissioni dedicate al mondo dei trasporti: Container, in onda ogni sabato alle 13.15, e #Autotrasporti, ogni lunedì alle 13.45.

“Il Brennero – rileva la CNA-Fita – è un crocevia fondamentale per il collegamento logistico con il Nord Europa. dal Brennero transitano 6000 veicoli al giorno per 42 milioni di tonnellate di merci ogni anno, di cui il 70% su gomma. I controlli rigidi previsti dall’Austria ai propri valichi e che verranno applicati anche al trasporto industriale porteranno rallentamenti nel flusso delle merci e ripercussioni su tutta la filiera produttiva e distributiva, oltre a costi per le imprese di autotrasporto che peseranno sul consumatore finale. Un veicolo industriale fermo costa infatti a un’azienda circa 60 euro l’ora: ciò significa che un ritardo di sole 2 ore comporterebbe un aumento medio dei noli del 10%”.  

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