Europa e Nord America sempre più vicine. Entro il 2016 dovrebbe chiudersi l’accordo commerciale tra Ue e Canada, il trattato CETA (Comprehensive economic and trade agreement), un accordo meno ‘pubblicizzato’ del TTIP tra Ue- Usa, ma molto importante per l’export e le imprese italiane. Per questo CNA ha deciso di organizzare oggi un seminario intitolato “Ceta, il nuovo trattato commerciale Ue-Canada. Prospettive per le Pmi italiane ed europee”, nell’auditorium della sede nazionale, a Roma, con la partecipazione di diplomatici canadesi, esponenti delle istituzioni europee, dirigenti dell’Ice.
“Siamo oggi davanti a una nuova fase della globalizzazione e sta a noi, al mondo delle imprese e alle istituzioni nazionali ed europee, decidere se giocare questa partita da protagonisti o subire l’attivismo e le scelte altrui. Dobbiamo, dunque, attrezzarci, costituendo le condizioni affinché l’Europa ne possa trarre vantaggi e in questo i negoziati commerciali rappresentano un tassello fondamentale”, ha dichiarato Giorgio Aguzzi, vice presidente della CNA con delega ai mercati internazionali, aprendo il seminario.
“L’Accordo Economico e Commerciale Globale tra UE e Canada rappresenta il più ambizioso progetto di apertura commerciale negoziato dall’Unione Europea ed auspichiamo quindi che possa quanto prima essere ratificato per i vantaggi che porterà in particolare per il previsto abbattimento dei dazi doganali, per il riconoscimento delle denominazioni d’origine, per l’apertura degli appalti pubblici, per il mutuo riconoscimento degli standard tecnici e la protezione degli investimenti”, ha aggiunto Antonio Franceschini, responsabile Ufficio Promozione e Mercato Internazionale CNA.
“I negoziati tra Ue e Canada – ha ricordato Claudio Cappellini, Responsabile Ufficio Politiche Comunitarie CNA Nazionale, che ha moderato l’incontro – si sono conclusi nel 2014 e ora la parola passa al Parlamento di Bruxelles e ai singoli Stati nazionali, sul versante europeo, al governo federale e alle dieci province federali, sulla sponda canadese. Una trafila lunga, che dovrebbe essere chiusa entro l’anno prossimo”.
Nel 2014 le esportazioni europee in Canada hanno toccato quota 31,67 miliardi di euro a fronte di importazioni per 27,361 miliardi segnando un incremento, rispettivamente, dello 0,2 e dello 0,5 per cento. Tra il 2010 e il 2014 la crescita annuale media era stata pari al 4,3 per cento per l’export europeo e al 2,5 per cento per l’import.
Significativo il ruolo svolto nell’interscambio dall’Italia, nono partner commerciale di Ottawa. Nel 2014 le esportazioni del nostro Paese verso il Canada sono ammontate a 3,1 miliardi di euro a fronte di importazioni per 2,472 miliardi, segnando rispettivamente un +2,5 e un +53,8 per cento. In crescita per le esportazioni italiane anche i primi due mesi del 2015, che hanno registrato un +12 per cento rispetto allo stesso periodo del 2014 a fronte di un -25 per cento delle importazioni. L’Italia esporta in Canada principalmente bevande, macchinari industriali, articoli di abbigliamento. E importa soprattutto prodotti agricoli, metalli e manufatti aerospaziali.
L’entrata in vigore del Ceta permetterebbe l’abbattimento tra il 98 e il 99 per cento delle attuali ricadute dei dazi commerciali, destinate in sette anni ad azzerarsi. L’Ue prevede un risparmio di circa 470 milioni di euro l’anno per gli esportatori europei, a valori dell’interscambio immutati. Una grande opportunità per il Made in Italy agroalimentare deriva dal riconoscimento di circa 125 indicazioni protette europee (di cui il 25 per cento italiane) che permetterà a molti prodotti di alta qualità di entrare nel mercato canadese tutelati da future imitazioni.
Secondo Bruxelles, l’accordo a regime è destinato a creare opportunità per circa 5,8 miliardi di euro l’anno per la liberalizzazione in settori chiave come i servizi finanziari, le telecomunicazioni, l’energia e il trasporto marittimo. Il Ceta punta a facilitare anche la movimentazione temporanea di persone e servizi tra Europa e Canada, un aspetto importante per le imprese che gestiscono operazioni internazionali.
Una parziale, ma significativa, apertura è prevista sul fronte degli appalti pubblici. E anche gli investimenti saranno facilitati. Nel 2013 gli investimenti diretti italiani (Idi) in Canada hanno toccato quota 1,14 miliardi di dollari canadesi mentre il valore degli Idi canadesi indirizzati al nostro Paese si è attestato a 487 milioni.
All’incontro hanno partecipato il professor Umberto Triulzi dell’Università La Sapienza; Pierre Ecochard, della Commissione Europea Ufficio per l’Italia; Tyler Wordsworth, Primo Segretario dell’Ambasciata del Canada in Italia; Patrick Leblond, Membro del “Governing Board Center of EU Studies Carleton University” – Ass. Prof. Ottawa University; Rupak Chattopadhyay, Presidente del ”Forum of Federations” di Ottawa e Gianpaolo Bruno, Direttore Pianificazione Strategica Studi e Rete Estera Agenzia ICE.