Con l’approvazione in Consiglio dei Ministri del decreto legislativo, entra nel vivo la riforma destinata in poco più di un anno a cambiare radicalmente l’assetto e le funzioni delle Camere di Commercio.
La CNA da tempo sostiene la necessità di una riforma che renda più moderno il sistema delle Camere e ne accresca la vicinanza alle imprese, in particolare quelle più piccole, assicurandone una maggiore integrazione con le politiche economiche del governo.
In tal senso esprimiamo l’auspicio che l’esame da parte del Parlamento del decreto varato dal Governo, che ha già accolto alcune istanze formulate dal mondo delle associazioni, consenta di introdurre importanti correttivi affinché la riforma possa dispiegare al meglio i suoi effetti positivi per il sistema economico.
Ci riferiamo soprattutto ai meccanismi per sostenere finanziariamente gli aspetti più innovativi della riforma.
In tal senso va previsto che le Camere possano cofinanziare piani di sviluppo locale condivisi con le Regioni anche attraverso quote del diritto annuale. Inoltre va concessa la possibilità alle Camere più efficienti, previa verifica dell’istituendo Comitato di valutazione, di definire e attuare nuovi progetti anche con quote aggiuntive del diritto camerale. In ultimo sarebbe opportuno sospendere il versamento annuale di circa 40 milioni al Mef, introdotto dalle leggi tagliaspese, a valere sulle risorse del diritto annuale, in considerazione del dimezzamento dell’importo del diritto stesso e della cura di efficienza cui le Camere sono sottoposte.
L’attuazione della riforma, inoltre, non dovrà far venire meno la preziosa funzione di proiezione delle micro imprese sui mercati esteri, cogliendo le esigenze specifiche da loro espresse.
Resta infine da ripensare la totale gratuità degli incarichi ricoperti all’interno degli organi camerali, che sembra rispondere più a una esigenza demagogica che a una effettiva riduzione dei costi di gestione e che non riconosce il valore dell’impegno e delle responsabilità assunte.