Marche, lavanderie a rischio scomparsa. Il grido d’allarme è stato lanciato da Anna Maria Pioni, presidente regionale di Tintolavanderie CNA. “ A mettere in pericolo le nostre attività, col rischio di disperdere per sempre la nostra professionalità” afferma Anna Maria Pioni “è il moltiplicarsi delle lavanderie self service, che troppo spesso non rispettano le regole e le limitazioni previste per questo tipo di imprese”.
Le lavanderie tradizionali erano 230 nel 2009 e nel 2015 sono scese a 147 (–36,1 per cento ) mentre nello stesso periodo le lavanderie industriali sono passate da 20 a 31 (+55%) e quelle a gettone da 450 a 507 (+12,7%). Un dato, quello delle Marche, in linea con il dato italiano (-36,1 contro 35,3% dato italiano).
“Per evitare che le lavanderie continuino a chiudere ed ad abbandonare i nostri centri storici, facendo venir meno un servizio ed un rapporto fiduciario con la clientela che non possono essere sostituiti dalle lavanderie a gettone,” precisa Anna Maria Pioni “la presidenza regionale delle tintolavanderie marchigiane associate alla CNA chiede alle amministrazioni locali ed all’ANCI Marche, maggiori controlli per quanto riguarda il rispetto delle norme sul lavoro e delle norme sull’igiene e la sicurezza. Inoltre il corretto utilizzo dei macchinari e dei prodotti a tutela degli addetti e dei consumatori.”
Tintolavanderie CNA Marche annuncia che verranno prodotte iniziative di sensibilizzazione degli organi di controllo degli Uffici Territoriali del Lavoro, agenzia delle entrate ed uffici comunali attività economiche, nonché nei confronti delle associazioni dei consumatori affinché siano correttamente valutati tutti i rischi correlati all’utilizzo di prodotti e metodologie di lavaggio che possono creare rischi per la salute dei clienti, perché la difesa della professionalità è elemento di sicurezza, correttezza e rispetto delle regole.