L’andamento dell’occupazione è sotto stretta osservazione in questi ultimi mesi. Si intrecciano infatti diversi fattori, che contribuiscono a creare aspettative: il Jobs Act, le misure previste dalla Legge di Stabilità e i segnali di ripresa dell’economia. Oltre alle peculiarità a livello locale, che non sempre confermano le tendenze nazionali.
È proprio il caso di dire che tutto il mondo economico sta in un certo senso con il fiato sospeso. Anche perché le variabili che si intrecciano sono molte, e non sempre le dinamiche sono di facile interpretazione.
Pubblicati i dati dell’Osservatorio sull’occupazione di CNA Forlì-Cesena, la rilevazione effettuata con cadenza bimestrale dall’Ufficio studi di CNA Forlì-Cesena. Che punta i riflettori su tre aspetti: le differenze territoriali, i tipi di contratti e l’andamento dei settori. Il tutto sulla base di un campione di 2.000 imprese (con oltre 11.000 occupati), rappresentativo del tessuto economico della nostra provincia. Sono stati analizzati i dati dei mesi di marzo e aprile 2015, confrontando il saldo tra assunti e licenziati rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
“Il dato generale – spiega Franco Napolitano, direttore generale di CNA Forlì-Cesena – è sicuramente positivo, con un’accelerazione nel mese di aprile: nel complesso sono 128 gli occupati in più, nel nostro campione, rispetto allo stesso periodo del 2014. Emergono però notevoli differenze territoriali: l’86% delle nuove assunzioni riguarda il Comprensorio forlivese, mentre solo il 14% è nel Cesenate. Un dato che, a oggi, capovolge tendenze consolidate che vedono il Forlivese come un territorio meno dinamico. Notevole anche la performance dei comuni dell’entroterra: se togliamo Forlì, 14 comuni si accaparrano oltre il 50% dei nuovi occupati di tutta la provincia. Ancora al palo, invece, la zona Rubicone-Mare”.
CNA ha indagato, poi, l’incidenza dei contratti a tempo indeterminato che, sul totale dei nuovi assunti, è cresciuto di 7 punti percentuali rispetto allo stesso bimestre all’anno precedente. Spingendo sull’acceleratore nell’ultimo mese, quando il dato è più che raddoppiato rispetto all’anno precedente.
Il campione delle imprese di CNA è rappresentativo anche dei diversi settori che compongono l’economia del territorio. Che non hanno risposto tutti nello stesso modo: “per quanto riguarda i servizi – spiega Napolitano – è significativa la crescita del comparto benessere e sanità (+12%), mentre nella produzione assistiamo a un risveglio della manifattura italiana (+9%), in particolare per quanto riguarda la meccanica e il legno arredamento. Mentre continua a segnare il passo il settore dei trasporti, che è in sostanziale pareggio sul 2014, si registra un certo dinamismo del comparto costruzioni (+11%), che ascriviamo principalmente ad attività straordinarie come cantieri fuori regione (vedi l’Expo) e agli ecobonus che continuano a dare ossigeno a un settore altrimenti asfittico”.