Nel primo semestre 2021 aumenta il numero di imprese, soprattutto fra quelle con più di 10 dipendenti, che hanno incrementato i propri investimenti con una crescita media del 35% rispetto all’anno precedente, mentre sono sotto la media gli investimenti delle imprese del commercio, del turismo e delle imprese unipersonali. È quanto emerge dall’indagine congiunturale realizzata dalla CNA di Roma in collaborazione SWG sullo stato delle imprese capitoline.
Rispetto ai primi sei mesi del 2020, cresce trasversalmente la quota delle imprese che investe sulla digitalizzazione, passando dal 46% al 64% del primo semestre 2021. Scende, invece, dal 40% al 30% il numero di aziende che pensa di far ricorso agli ammortizzatori sociali e dal 52% al 15% la percentuale di aziende che hanno chiesto prestiti o rinegoziato prestiti o linee di credito aperte in passato.
La diversa condizione tra le piccole imprese e quelle più strutturate si rispecchia anche nelle previsioni del secondo semestre 2021, dove solo il 20% delle imprese, le più grandi, pensano di fare investimenti superiori a quelli realizzati nel secondo semestre 2020.
La ripresa potrebbe dunque coinvolgere in maniera molto differenziata le imprese romane, allargando il gap tra chi riesce ad agganciare la ripresa e chi, invece, rimane in condizioni di forte difficoltà.
“Oggi siamo di fronte ad un miglioramento complessivo degli indicatori economici registrati un anno fa, ma questa rischia di essere una ripresa a due diverse velocità – dichiara il segretario di CNA Roma, Stefano Di Niola, – Infatti, rispetto al primo semestre 2020, nel primo semestre 2021 il 50% delle imprese dichiara un ulteriore peggioramento di fatturato, ordini e utile lordo. Se le aziende manifatturiere, principalmente con più di 10 dipendenti, procedono a ritmo più spedito, sono soprattutto le piccole realtà tradizionali ancora in difficoltà, anche a causa del perdurare di una scarsa domanda interna e dalla debolezza dei flussi turistici nazionali e internazionali nella città di Roma. Questi dati – conclude Di Niola – lanciano un allarme che deve essere colto da Governo, Regione e Comune con interventi che stimolino la domanda interna e forniscano ai piccoli imprenditori strumenti per dare un futuro alla propria attività”.
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