Scovare e punire i prestanome, che consentono e coprono l’esercizio abusivo della professione odontoiatrica. Rafforzare le sanzioni contro gli abusivi. Far ripartire l’iter per il riconoscimento del profilo professionale dell’odontotecnico. Lo ha chiesto Luigi Cleri, vicepresidente di CNA-Sno, nell’audizione che si è tenuta oggi presso la Commissione Giustizia della Camera.
“Siamo contrari – ha spiegato – prima di tutto alla soppressione, votata dal Senato, delle sanzioni espressamente mirate a punire il professionista/prestanome che copre chi svolge abusivamente la professione di odontoiatra. Vanno, inoltre, elevate le sanzioni agli abusivi da un minimo di 10mila e un massimo di 25mila euro. Ed è infine necessario – ha concluso Cleri – accelerare l’iter di approvazione del profilo professionale dell’odontotecnico in sede di Conferenza Stato-Regioni, secondo lo schema messo a punto dal ministero della Salute e già accolto dal Consiglio superiore della sanità, per valorizzare finalmente, come accade nei migliori Paesi europei, questa professione rispettata da tutti e diventata uno dei pilastri della sanità”.
ANSA – Il quadro operativo e professionale dell’odontotecnico, in Italia, “è reso ancor più complesso dalla mancanza di una regolamentazione relativa all’innovazione digitale che ha interessato il settore ed in particolare circa l’utilizzo dei nuovi strumenti, la tracciabilità e la certificazione dei manufatti con essi realizzati”. A denunciarlo, nel corso dell’audizione, oggi pomeriggio in Commissione Giustizia alla Camera, la Cna-Sno, associazione di categoria degli odontotecnici, in merito al disegno di legge sull’esercizio abusivo della professione. In particolare, è stato sottolineato, l’impatto derivante dall’avvento della tecnologia CAD CAM “consente agli odontoiatri di realizzare le protesi senza doversi attenere agli obblighi previsti per i fabbricanti e senza doversi iscrivere nell’apposito Registro istituito presso il Ministero della Salute, determinando una situazione di abusivismo al contrario”; inoltre, denuncia il sindacato, vi sono soggetti, “in primis multinazionali del settore dentale ed officine meccaniche”, che hanno tale iscrizione nell’apposito elenco “pur non essendo in possesso dei relativi requisiti”, e la portata del fenomeno “si evince dal numero di fabbricanti iscritti (oltre 24.000), pari a circa il doppio del numero dei laboratori odontotecnici operanti sul territorio italiano (circa 12.000)”. Attualmente, poi, “all’80% degli odontotecnici viene richiesto di effettuare atti di verifica di congruità, talora anche direttamente nel cavo orale del paziente, mirati all’ottimizzazione del manufatto protesico, al fine di assicurare maggiori risultati in termini di sicurezza e precisione dei dispositivi prodotti”. E, evidenzia con preoccupazione la Cna-Sno “sulla base delle disposizioni penali in materia di repressione dell’esercizio abusivo delle professioni contenute nella proposta di legge”, tali operazioni da parte dell’odontotecnico per l’ottimizzazione della protesi, “anche se volte a soddisfare le esigenze di personalizzazione della propria clientela, sarebbero perseguibili penalmente con conseguente applicazione delle relative sanzioni e con il rischio della chiusura definitiva dell’attività”.