Di fronte alle commissioni Finanze e Attività produttive della Camera, la Cna ha chiesto alcune modifiche alla disciplina sui pagamenti elettronici, pur confermando l’apprezzamento per l’avvio del percorso di graduale superamento del contante. L’obbligo di accettare i pagamenti attraverso carte di debito per quanti vendono prodotti o prestano servizi – si legge in un comunicato – genera, di fatto, un disequilibrio tra costi e benefici per gli operatori economici minori, come gli artigiani. E, pur non essendo dotata di una sanzione, la disposizione nella sostanza la introduce, creando un conflitto tra gli operatori economici e i clienti, che potrebbero rivolgersi alla concorrenza.
La Cna ha sottolineato che il Libro verde della Commissione europea sui pagamenti elettronici individua in sicurezza, efficienza e competitività le tre pre-condizioni del processo di modernizzazione dei pagamenti e anche dell’alleggerimento del costo del contante, che oggi grava per metà sulle banche e per metà sugli operatori e i consumatori.
Quanto a sicurezza, sembra che il sistema italiano risponda ai requisiti di Bruxelles. Diverso è il ragionamento sul fronte dell’efficienza e della competitività. Per efficienza il sistema non brilla: i costi fissi troppo elevati rischiano di far pagare il cambiamento agli operatori che fanno poche, e poco ingenti, operazioni. Né, ha rilevato la Cna, sarebbe garantita la concorrenza, perché nei fatti sembra in attività una sostanziale sorta di cartello senza garanzie di trasparenza.
Per questi motivi, la Cna ha proposto di: 1) intervenire sul contenimento dei costi prevedendo anche sgravi sotto forma di credito di imposta per gli operatori; 2) incrementare la trasparenza delle diverse proposte commerciali delle banche, attraverso la pubblicazione dei valori delle commissioni interbancarie e lo sviluppo di un indice sintetico di costo che consenta una comparazione delle diverse offerte. In via transitoria, poi, vanno sviluppati strumenti adeguati per piccole attività che non dispongono di una sede fissa. E si devono risolvere le incoerenze per alcune attività specifiche, dalle tabaccherie ai distributori di carburante.