Anche la CNA di Pistoia ha contestato fin da subito, assieme a Commercio Pistoia (associazione che raggruppa gran parte dei commercianti del centro storico), il provvedimento che revoca e limita le concessioni per i dehors dei locali del centro storico. La CNA ritiene infatti che tale provvedimento sia frutto di un metodo sbagliato di approcciare una tematica e una risorsa importante per l’accoglienza dei turisti e dei cittadini.
“Era comunque importante – spiega Barbara Lucchesi, responsabile territoriale della CNA – poter sentire (ieri) quanto aveva da dire l’amministrazione sulla questione prima di esprimerci di nuovo. A questo punto ci duole dover affermare che l’incontro delle categorie economiche con l’amministrazione comunale non è servito a rassicurare gli operatori del settore sul futuro mantenimento delle concessioni. In pratica è stato un nulla di fatto, per i molti operatori del settore, circa la possibilità di continuare a lavorare con le strutture esterne già autorizzate”.
Il fatto che dai tre assessori presenti (Belliti, Nuti e Tuci) sia stata confermata la responsabilità tecnica dei provvedimenti presi e sia stato ribadito che l’indirizzo politico della Giunta fosse tutt’altro, orientato cioè a favorire la socialità, non rassicura affatto la CNA che anzi, proprio alla luce di tutto ciò, non può che ribadire il proprio stupore e la propria preoccupazione.
“Com’è possibile – continua infatti Barbara Lucchesi – che una volontà politica sia completamente disattesa da atti amministrativi, per giunta in molti casi errati, che negano il rinnovo senza che si siano minimamente modificate le condizioni che a suo tempo furono il presupposto per il rilascio delle autorizzazioni? La normativa, in vigore dal 2010, non è cambiata eppure è cambiato il modo di agire del Comune. Ciò rende la situazione delle imprese assolutamente ingovernabile, non potendo programmare ed investire, con la ragionevole certezza degli spazi a disposizione”.
“Siamo consapevoli – conclude Barbara Lucchesi – della necessità che le regole vengano rispettate, ma il provvedimento preso non è certo una soluzione agli illeciti di alcuni. Gli esercenti devono essere lasciati liberi di servire la gente e la città. Si doveva evitare di ingenerare un allarme con una decisone che danneggia il commercio e il lavoro in un momento storico in cui c’è bisogno di tutt’altro. Ci auguriamo che il Comune ascolti il nostro appello”.