Il primo a livello nazionale che apre esplicitamente al mondo delle prestazioni welfare. Vale per 174.636 dipendenti dell’artigianato veneto
CNA Veneto ha Siglato l’accordo interconfederale regionale sui premi di risultato e sul welfare aziendale nell’artigianato veneto, il primo, a livello nazionale, che apre esplicitamente al variegato mondo delle prestazioni welfare, interessando 174.636 dipendenti dell’artigianato veneto.
Frutto dell’ormai consolidato sistema di relazioni sindacali dell’artigianato Veneto, l’accordo interconfederale sui premi di risultato e sul welfare aziendale si innesta nel percorso iniziato tra le Organizzazioni Artigiane e le rappresentanze dei lavoratori.
Dopo un anno nel quale le Parti hanno sottoscritto diversi accordi a livello interconfederale tra cui l’Apprendistato Duale che permette l’accesso dei giovani, in particolare quelli iscritti ai CFP, nelle nostre aziende per completare l’iter formativo, l’intesa di recepimento dell’accordo quadro europeo sulle molestie, prima in Italia nel settore artigiano e con la messa a punto di alcuni importanti contratti di categoria tra cui la Concia che attendeva da anni il rinnovo, le Parti hanno inteso implementare una specifica procedura che permetta alle aziende non solo l’erogazione, in forma semplificata, dei premi di risultato ma anche di welfare aziendale.
L’intesa, prima nel suo genere in Italia in quanto prevede in maniera esplicita un accesso al variegato ed originale “mondo” delle prestazioni di welfare che coinvolgono potenzialmente oltre 174.600 dipendenti delle circa 50mila aziende artigiane che hanno almeno un dipendente, è stata illustrata nei contenuti nel corso di una conferenza stampa tenutasi nella sede di EBAV a Marghera a cui sono intervenuti oltre ad Alessandro Conte Presidente Cna Veneto, anche Agostino Bonomo Presidente Confartigianato Imprese Veneto, Maschietto VicePresidente Casartigiani del Veneto, Elena Di Gregorio segretario CGIL Veneto, Onofrio Rota segretario CISL Veneto e Gerardo Colamarco segretario UIL Veneto.
Nell’ambito di un rinnovato impegno al rafforzamento e qualificazione della contrattazione regionale di categoria, il welfare aziendale, di cui il Veneto ha già avuto esperienze di alto profilo soprattutto nel 20esimo secolo, rappresenta un fondamentale elemento di sviluppo del settore. Welfare che è stato rafforzato dalla legge di stabilità del 2016.
Si tratta in sostanza di un provvedimento che permette alle imprese di erogare beni servizi o prestazioni, il cui contorno è precisato dalle norme, che non rientrano nella base imponibile della retribuzione del lavoratore. Le prestazioni che sulla base della legislazione possono essere sviluppate sono di vario tipo: utilità sociale (tra cui medicina preventiva e diagnostica, cure odontoiatriche, pediatriche e specialistiche), servizi e prestazioni (o somme) erogati per la fruizione dei familiari dei servizi di educazione ed istruzione anche in età prescolare, contributi di assistenza sanitaria e previdenza complementare, servizi di trasporto, prestazioni (o somme) erogate dal datore di lavoro per la fruizione dei servizi di assistenza ai familiari anziani e non autosufficienti”.
“E’ una forma sicuramente innovativa rispetto al passato, che però in Veneto era già ampiamente applicata attraverso la Bilateralità –hanno spiegato Conte, Bonomo, e Maschietto– che riaffida alla contrattazione politiche di rafforzamento del welfare, anche aziendale, a integrazione del sistema di welfare pubblico universale che con la crisi ha subito una contrazione delle prestazioni. L’accordo, oltre a prevedere una procedura semplificata di accesso alle imprese, già individua modalità di connessione tra il welfare collettivo, presente nel Veneto attraverso Ebav ed Edilcassa e il welfare aziendale. Le parti, per agevolare il ricorso al welfare aziendale, andranno a definire l’accesso a tutti i servizi da parte dei dipendenti che sarà facilitato da una piattaforma che permetta di incrociare le prestazioni già esistenti della bilateralità veneta con quelle che ogni singola impresa intende erogare sulla base del nuovo accordo”.
“L’accordo raggiunto –dichiarano Elena Di Gregorio segretario CGIL Veneto, Onofrio Rota segretario CISL Veneto e Gerardo Colamarco segretario UIL Veneto– consente un recupero di produttività per le imprese e una opportunità per i lavoratori del settore. L’accordo sarà utile a definire anche più efficaci forme di contrattazione a livello regionale e un’occasione per un possibile allargamento della partecipazione e coinvolgimento dei lavoratori alla definizione delle politiche dell’impresa”.
Beni e servizi di welfare aziendale ammissibili:
- buoni spesa o carburante,
- spese per istruzione (mensa scolastica, testi scolastici, centri estivi),
- servizi di cura (assistenza a familiari, anziani o non autosufficienti),
- di ricreazione (abbonamenti palestra, corsi formativi),
- fringe benefit (abbonamento trasporto pubblico e carte pre pagate)
- e previdenza integrativa.
Beni e servizi di welfare collettivo già erogati da Ebav :
- erogazioni totali 2015 pari a 17,6 milioni di euro a fronte di 51.500 domande di rimborso presentate da datori di lavoro e lavoratori
- aderenti: numero di lavoratori 137.000, numero imprese 33.000
- prestazioni di carattere generale maggiormente richieste: sostegno agli investimenti per le imprese e per i lavoratori nell’area solidarietà i sussidi per la scuola, borse di studio e spese per ristrutturazione della prima casa.
- dal punto di vista delle richieste per i fondi che nascono dalla contrattazione collettiva regionale contabilizzati a parte, emergono quali prestazioni maggiormente richieste da parte delle imprese la formazione imprenditoriale ed il sostegno alla promozione internazionale, mentre per i lavoratori si segnala ampia richiesta di sussidi assistenziali ed il premio per la professionalità.