Il tema della sicurezza sul lavoro rappresenta uno dei punti nevralgici su cui giocare la grande sfida della ripartenza. La CNA ha colto l’importanza della questione fin dal principio e, in ragione di ciò il 14 marzo scorso ha sottoscritto, con il Governo e le altre Parti Sociali, il “Protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro”.
Nei giorni scorsi la Confederazione, insieme alle altre Parti Sociali e alla presenza del Ministro del lavoro delle politiche Sociali e del Ministro per lo Sviluppo Economico, ha sottoscritto l’accordo per la revisione del protocollo. L’obiettivo è stato quello di definire congiuntamente le misure per garantire gli adeguati livelli di protezione nei luoghi di lavoro stante la contestuale necessità di accelerare il riavvio delle attività economiche.
Il lungo negoziato ci ha consentito di poter eliminare numerose richieste presenti nel testo proposto particolarmente onerose per le nostre imprese, garantendo comunque la necessaria prevenzione rispetto al contagio COVID-19.
Rimangono alcuni elementi che avrebbero potuto avere, a nostro avviso, una formulazione meno incisiva senza con questo allentare i livelli di tutela, ma nel corso della trattativa l’aver aperto su questi aspetti ci ha consentito di imporre dei no su questioni ancor più significative per le nostre imprese.
Si cita per tutti il tema della sorveglianza sanitaria, nel quale viene riconosciuto un ruolo particolarmente centrale della figura del medico competente, andando un po’ oltre il suo ambito specifico di valutazione del lavoratore che dovrebbe avere a riferimento il contesto lavorativo specifico e non le condizioni cliniche più generali.
Con riferimento ad altre misure, si è proceduto a declinare in modo più puntuale tematiche già presenti nel precedente testo del Protocollo del 14 marzo; è il caso in particolare delle previsioni relative all’organizzazione del lavoro al fine di favorire il distanziamento sociale.
In definitiva riteniamo che il Protocollo finale rappresenti un buon riferimento a cui le nostre imprese, con il supporto della CNA, dovranno far riferimento per la riapertura.
Il Protocollo del 24 aprile aggiorna e integra, e dunque sostituisce, il precedente Protocollo del 14 marzo. Pertanto diventa il riferimento per le aziende che finora hanno sospeso la loro attività, per la fase di avvio; anche le aziende che hanno continuato ad operare dovranno integrare le misure finora adottate e adeguarsi al nuovo Protocollo in funzione di questa Fase 2.
È fondamentale che il Protocollo rappresenti il riferimento unico nazionale, anche al fine di evitare il proliferare di indicazioni regionali/territoriali che si sono trasformate in queste settimane in ulteriori aggravi per le imprese. Non necessita pertanto di ulteriori accordi sindacali, né a livello territoriale né settoriale.
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