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“La mia attività nasce da una passione ancestrale: come tanti bambini ero attratto dai sassolini. Cosa percepisco nel ciottolo? Un elemento umile, ma al tempo stesso un tesoro. Dalla montagna si stacca, viene trasportato dal torrente e arriva al mare”. Dal suo studio nel centro di Genova, Gabriele Gelatti, 49 anni, racconta la sua passione per i sassi di fiume. Elementi umili, eppure pregiati. Veri tesori della natura. Tessere di mosaici preziosi: i mosaici di ciottoli, appunto. Protagonisti di un’antica tradizione ligure: il Rissieu. Forse la prima forma di mosaico al mondo. Per CNA Storie, Gabriele racconta come i materiali umili della natura vengano selezionati uno a uno per comporre disegni molto complessi e duraturi. Per il restauro di mosaici antichi, come anche per le manifattura di giardini, piscine e spa.
Nel ciottolo la storia del territorio
“Il ciottolo contiene in sé una descrizione del paesaggio: lo troviamo sulla spiaggia, ma parla della montagna che c’è dietro”. Il Risseu è una forma d’arte intramontabile, che attraversa i secoli. A Genova lo si può trovare a Palazzo Reale e nella parrocchia di San Bartolomeo, alla Certosa. È qui che incontriamo Carlotta, tirocinante e Aoustin Jostin, apprendista, ora al lavoro per il recupero di alcuni tratti di pavimentazione del chiostro. “L’arte del mosaico di ciottoli potrei insegnarla in un pomeriggio a una persona sveglia e interessata. Ma sono quei mestieri che vanno praticati moltissimo. Serve anche un decennio per formare un bravo mosaicista” dice Gabriele. Una storia di trasmissione di saperi, ma a che molto di più. “L’apprendista è un ragazzo che viene dal Biafra -racconta-. L’ho conosciuto durante una docenza in un laboratorio sociale. Quando lo incontrai, rimasi colpito dalla sua abilità manuale. Era proprio bravo. Forse perché viveva in un contesto in cui le persone erano abituate a fare le cose con le loro mani”.
Il ciottolo contiene in sé una descrizione del paesaggio
Mosaicisti di ciottoli, tra arte e artigianato
Cura, passione, studio e ricerca ispirano un mosaicista di ciottoli. Un mestiere a metà strada tra arte e artigianato, ma ancora relegato a un ruolo di serie B.
“In Italia siamo in ritardo. Abbiamo un patrimonio incredibile di arti, mestieri e tradizioni che purtroppo abbiamo relegato ad attività manuali per persone con poca cultura – riflette Gabriele-. In Italia ci sarebbe bisogno urgente dell’istituzione di un albo dei mestieri d’arte, regolamentato. Fondamentale è capire che saper fare è parte integrante del patrimonio culturale”.
Saper fare è parte integrante del patrimonio culturale
Mosaici di ciottoli, muretti a secco e selciati sono l’anello di congiunzione tra la natura e un territorio fragile come la Liguria. “Sono tutte arti di incastro della pietra tradizionale -spiega Gabriele-. Opere che hanno una base comune: contribuiscono tutte al mantenimento del territorio. Da qui l’urgenza di tramandare questo mestiere e di creare un orizzonte appetibile per le nuove generazioni perché avremo bisogno in futuro sempre di più di persone specializzate”. Artigiani in grado di trasformare una materia prima, umile, come i sassi, in capolavori.