La forte presenza del terziario, a Roma, rischia di oscurare una parte ancora molto importante e vitale per la città: le imprese che producono. Nel manifatturiero operano sul territorio oltre 90mila imprese: una su quattro, per lo più di piccole e piccolissime dimensioni. Falegnami, metalmeccanici e mobilifici che producono il 7% del Pil totale del territorio. Alla luce di questo accogliamo con favore la “Call for Proposal” della Regione Lazio” ha detto Erino Colombi, presidente della CNA di Roma, ricordando i dati di un recente studio condotto da Eures e Cer per l’associazione.
Le attività manifatturiere, si ricorda, garantiscono un dinamico bacino occupazionale e sono un veicolo di conoscenze, saperi e innovazione, necessari alla competitività complessiva del sistema locale. Ma la crisi ha colpito duramente il settore, il cui mercato di riferimento è per il 44,7% domestico (il fatturato estero è di appena lo 0,5%) e oggi soffre di un tasso di mortalità nel primo anno di vita dell’azienda del 6,1% (era pari al 2,8% nel 2011). “Nello studio si ricorda che queste imprese sono per lo più guidate da imprenditori a capo dell’azienda da oltre 20 anni: la metà ha oltre 30 anni di attività e il 27% la porta avanti da 20-29 anni. Pochi i giovanissimi: solo il 12% è under 40. La componente anagrafica ha evidenti ripercussioni sui processi di innovazione: pochi sono orientati a sperimentare le nuove tecnologie e a investire in ricerca e sviluppo. Il settore sconta poi uno scarso passaggio generazionale (appena il 19% delle imprese passano ai figli) e guarda con diffidenza le commesse della pubblica amministrazione (appena il 10% del totale). La maggior parte dei rapporti avvengono quindi all’interno della filiera” ha concluso Colombi.