“2 Aprile 2020”, lo si legge inciso nel cemento all’ingresso del moderno capannone della “Alpe” di Forlì, appena inaugurato. “La data l’ha scritta a mano mio fratello Luca, per ricordare non tanto l’incendio che quel giorno ha completamente distrutto il capannone costruito dai nostri genitori, quanto l’inizio della nostra rinascita. Proprio quella sera, osservando le ultime braci che ancora ardevano, eravamo qui a pensare a quello che avremmo potuto fare e a progettare la nostra ripartenza”, è il racconto di Alex Pesci, titolare insieme col fratello della ditta che dal 1983 produce imbottiture per divani e dà lavoro a circa quaranta persone.
È la storia di due fratelli, Alex e Luca Pesci, ora quarantenni, che continuano l’attività e il sogno dei genitori, persi in tenerissima età (il padre) e intorno ai vent’anni (la madre). Eppure sempre presenti nei loro pensieri e nei valori di serietà e correttezza tramandati, oltre che nella solida visione imprenditoriale.
Eravamo nel pieno del lockdown, il fumo che saliva nella zona industriale si vedeva da lontano, la totale devastazione avrebbe scoraggiato chiunque. Ma non i due fratelli Pesci, che si sono subito rimboccati le maniche per bonificare e poi ricostruire, a tempi di record. Col supporto di CNA, il progetto si è inserito nel percorso semplificato del comune “Forlì impresa facile”.
Nel corso dell’inaugurazione del nuovo capannone sono intervenuti l’assessora alle Politiche per l’impresa del comune di Forlì, Paola Casara; la presidente e il responsabile marketing di CNA Forlì città, rispettivamente Monica Sartini e Marco Boscherini.
L’ingegner Jaures Cappucci, che li ha supportati in questa avventura, ci aiuta a ripercorrerne le tappe a marce forzate: il 3 aprile erano già in bozza i disegni preventivi per smaltimento e demolizione, poi via col progetto; incassata il 31 luglio l’autorizzazione dal comune, inizio lavori l’8 agosto, per arrivare all’apertura il 4 gennaio. Tappa intermedia, ma simbolicamente importante, l’assemblea di CNA Forlì città che si è tenuta lo scorso 23 settembre proprio nei locali della Alpe, considerata oltre che un simbolo di rinascita anche un bell’esempio di quello che possono fare pubblico e privato insieme.
“Quello che ci ha permesso di realizzare tutto ciò in questi tempi è la forza della squadra – raccontano i fratelli Pesci – dal progettista al gruppo di imprese locali d’eccellenza coinvolte, dal comune alla CNA, ai clienti, concorrenti e fornitori. Tutti hanno collaborato in un processo virtuoso che ha davvero trasformato una disgrazia in opportunità. E un enorme grazie va ai nostri dipendenti, che non solo hanno tenuto duro lavorando al freddo in una tensostruttura, ma lo hanno fatto, cosa tutt’altro che scontata, sempre col sorriso restituendoci la fiducia. Noi non abbiamo lasciato a casa nessuno e siamo stati ripagati con un grande senso di responsabilità e attaccamento al lavoro”.
Nonostante l’incendio, l’Alpe ha sempre garantito la produzione, riorganizzando il lavoro in turni, allestendo una tensostruttura temporanea, affittando un altro capannone e affidando una parte di lavoro ad altre aziende del territorio. “Preferiamo ragionare in una logica di collaborazione e squadra, – spiegano i fratelli Pesci – basata sulla fiducia e sulla stima che negli anni ci siamo guadagnati. Questo ci ha permesso non solo di tenere botta in un anno come questo, ma addirittura di aumentare il fatturato del 7%, dopo un triennio già molto positivo”.
Il capannone, di 2.200 mq, è antisismico, classe A ambientale, progettato per il benessere dei lavoratori con postazioni ergonomiche ed è dotato di macchinari all’avanguardia 4.0.