L’Italia è il paese europeo con il più alto numero di lavoratori indipendenti. Dai dati Eurostat, riferiti al terzo trimestre 2016, emerge infatti che nella popolazione di età lavorativa compresa tra i 15 e i 64 anni del nostro Paese gli occupati indipendenti sono 4,7 milioni precedendo, nell’ordine, il Regno Unito (4,3 milioni di unità), la Germania (3,8 milioni di unità), la Spagna e la Francia (entrambe con 2,9 milioni di occupati).
Il 59% circa dei 4,7 milioni degli occupati indipendenti italiani sono lavoratori in proprio ovvero artigiani, commercianti e, in generale, quelli che la legge considera piccoli imprenditori.
In percentuale, gli indipendenti italiani sono il 21,1% dell’occupazione complessiva. Solo in Grecia si registra una percentuale maggiore (29,2%) mentre nei principali paesi europei il peso dei lavoratori indipendenti sull’occupazione complessiva risulta ben più contenuto che nel nostro Paese: 16,0% in Spagna, 14,1% nel Regno Unito, 11,2% in Francia, 9,4% in Germania.
Il primato italiano risulta ancor più evidente quando si considera la popolazione più giovane. In Italia, infatti, il 10,6% degli occupati di età compresa tra i 15 e i 24 anni (pari a poco più di un milione di unità) sono titolari di partita IVA. Solo in Romania si registra una quota maggiore di quella italiana (14,4%) mentre nei principali paesi del Vecchio Continente tale quota non supera mai i cinque punti percentuali: 4,3% nel Regno Unito, 4,0% in Spagna, 2,2% in Francia e 1,3% in Germania.
Infine, il contributo del lavoro indipendente all’occupazione complessiva dell’Italia risulta ancor più evidente osservando che, senza di esso, il tasso di occupazione, dato dal rapporto tra numero di occupati e popolazione residente, si ridurrebbe di 12,2 punti percentuali (dal 57,6% al 45,4%).
Il diverso peso del lavoro indipendente in Italia rispetto i principali paesi europei è riconducibile al fatto che in questi ultimi vi sono apparati produttivi, caratterizzati da una più ampia presenza di medie e grandi imprese, in grado di assorbire quote considerevoli di occupazione dipendente e, in particolare, giovanile.
La grande quota di giovani che lavorano con partita Iva suggerisce che il loro numero già oggi considerevole, continuerà ad aumentare nel tempo.
Di fronte a dati così importanti, il Legislatore italiano non può non rivolgere una attenzione particolare al mondo del lavoro indipendente, e in particolar modo a quello dei piccoli imprenditori, che deve godere di trattamenti fiscali, contributivi e di protezione sociale analoghi a quelli oggi previsti per il lavoro dipendente.