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Con eliminazione tariffe minime, a rischio sicurezza stradale dei veicoli

Ancora scompiglio nel mondo delle revisioni auto. Questa volta a causa di un parere dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, che sta allarmando tutti i centri di revisione privati.

Il suddetto parere, infatti, sostiene che la fissazione di una tariffa per le operazioni di revisione dei veicoli deve ritersi abrogata da quelle misure dell’ordinamento che hanno eliminato le restrizioni all’esercizio delle attività economiche, che non siano giustificate da interessi generali e di rilevanza costituzionale. Si sostiene infatti che il regime di autorizzazione e i relativi controlli, sono di per sé sufficienti a garantire un adeguato livello di qualità del servizio e la conseguente sicurezza stradale, rendendo di fatto non necessaria la previsione di una tariffa  minima.

Una posizione questa che denota una scarsa conoscenza del settore.

I centri di revisione, ancorché privati, svolgono una funzione pubblica, esercitando un’attività di controllo dettata da un interesse pubblico generale di primaria importanza, sancita da una legge dello Stato, nonché una regolamentazione a livello europeo: la sicurezza stradale dei veicoli a motore. Ma non basta. Quello che forse non si sa è che la revisione dei veicoli è un’operazione minuziosamente regolamentata in tutte le procedure utilizzate, sia tecniche che amministrative. Le stesse attrezzature devono rispondere a criteri ben precisi e sottostare a controlli/tarature obbligatori periodici. I requisiti per ottenere l’autorizzazione, anche in termini economici, sono predeterminati, così come i tempi necessari per ogni singola operazione sono individuati a monte. Pertanto trattandosi di costi predeterminati le tariffe, quando furono inserite, rappresentavano un profitto equo per gli operatori e una tutela per l’utenza da azioni promozionali mediante tariffe pari o al di sotto dei costi reali delle operazioni, che inevitabilmente avrebbero un impatto negativo sulla qualità dei controlli. Nelle aree invece dove c’è una scarsa presenza di centri privati di revisione si rischierebbe di favorire operazioni di cartello che potrebbero portare la tariffa molto al di sopra dei reali costi. Motivo per cui non si è ritenuto possibile consentire la liberalizzazione delle tariffe. Vale la pena di ricordare che la Motorizzazione fa pagare all’utente, per le operazioni di revisione, 45 euro, a fronte dei 66,88 euro dei centri privati. La differenza tra i due importi sono solo oneri aggiuntivi che vanno versati allo Stato.

Oggi una totale liberalizzazione delle tariffe scatenerebbe, vista l’eccesiva presenza di centri di revisione rispetto alla reale domanda, una concorrenza al ribasso delle tariffe che, in mancanza di controlli serrati, avrebbe effetti devastanti sull’intero comparto e soprattutto sulla sicurezza stradale dei veicoli.

Benché si tratti di un Parere non vincolate, esprime una posizione al quanto discutibile e preoccupante. La CNA pertanto chiede con urgenza un intervento del Ministero dei Trasporti e della Motorizzazione, prima che la situazione prenda una deriva pericolosa, e che ognuno si senta in diritto di poter fare quello che vuole, a spese della sicurezza stradale dei veicoli

Siamo disponibili, su questo e su tutte le annose problematiche che oggi il settore presenta e che avrebbero urgenza di essere affrontate, ad un confronto franco e collaborativo nell’interesse di tutti i soggetti coinvolti e di quello primario, la sicurezza stradale.

 

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