La possibilità che la Commissione europea possa costituire in mora l’Italia in ordine alla regolazione delle concessioni demaniali – nella fattispecie l’estensione al 2033 delle attuali concessioni – rappresenta una eventualità da scongiurare senza appello.
CNA Balneari nel corso dell’audizione con i Capi Gabinetto e i responsabili degli Uffici Legislativi del Ministero del Turismo, degli Affari Europei, degli Affari regionali e delle Infrastrutture e Trasporti ha richiesto che in sede di confronto europeo vengano ribadite la legittimità e l’appropriatezza della disciplina a buon diritto individuata dal legislatore nazionale. Ha chiesto di difendere la misura contenuta nel Decreto Rilancio, e convertita in legge dal Parlamento, di estendere al 2033 le concessioni demaniali marittime attualmente valide.
Una misura fondamentale per garantire stabilità al comparto, in un momento di crisi gravissima per il settore, e rilanciare gli investimenti. Investimenti parzialmente ripartiti nella scorsa estate e in particolare ad agosto grazie alla presenza sulle spiagge italiane di oltre dieci milioni di turisti nostri connazionali, quasi 20mila in più del 2019.
Moltissimi comuni costieri, inoltre, hanno già completato la procedura amministrativa di estensione delle concessioni, secondo quanto stabilito dalla norma nazionale che tiene conto del principio di tutela del legittimo affidamento, da sempre sostenuto dalla CNA e riconosciuto dalla sentenza della Corte di Giustizia Europea del luglio 2016.
Facendo seguito all’inattesa decisione della Commissione europea di inviare all’Italia una lettera di costituzione in mora relativa al rilascio di concessioni balneari CNA Balneari ritiene di fondamentale importanza difendere la norma approvata dal Parlamento.