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“Confini” mettono a rischio l’export made in Italy

 

“L’assemblea di Rete Imprese Italia ha quest’anno un titolo accattivante e anche un po’ misterioso: “Confini – I nuovi scenari internazionali e la stabilità del nostro sistema produttivo”. Confini intesi come una barriera che le piccole imprese hanno talvolta difficoltà a superare quando si affacciano all’estero; è una barriera fatta di tante difficoltà ma che noi come CNA facciamo di tutto per aiutarle a superare, perché per essere più competitivi si deve crescere, anche all’estero: così l Presidente CNA Daniele Vaccarino a margine dell’Assemblea da cui è emerso che i ‘confini’ mettono a rischio il 56,4% dell’export made in Italy, pari ad un valore di 235,1 miliardi di euro.

I lavori hanno avuto inizio con la lettura del messaggio del Presidente della Repubblica in seguito alla quale sono intervenuti Giorgio Merletti, Presidente di RETE Imprese Italia, il Sottosegretario al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Benedetto Della Vedova e Pier Paolo Baretta, Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Quali rischi corrono le imprese se quei confini si trasformano in barriere? Secondo Rete Imprese Italia, conflitti e turbolenze geopolitiche che agitano Medio Oriente, Federazione Russa, Nord Africa, America centro-meridionale e Turchia. Lì si concentra il 14,8% dell’export italiano, per un totale di a 61,7 miliardi di euro. Nel 2016 le nostre esportazioni in queste aree hanno registrato un calo del 5,7%.

Dati alla mano, rileva R.E.TE, le imprese che si internazionalizzano crescono più delle concorrenti e lo dice l’ OCSE 2016, le micro, piccole e medie imprese hanno un peso rilevante sull’export italiano.

Oggi però quel che conta è la corretta ed adeguata attenzione da parte dei soggetti istituzionali ai bisogni specifici delle micro, piccole e medie imprese soprattutto alle forme di finanza di impresa necessarie a sostenere e sviluppare l’attività di promozione commerciale e produttiva.

 

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