Nonostante la proposta di compromesso della Presidenza finlandese del Consiglio dell’Ue, continua l’incertezza dei negoziati sul quadro finanziario pluriennale (QFP) 2021-2027. Nel corso dell’ultimo vertice europeo del 2019 i leader dei 27 Stati membri non sono infatti riusciti a trovare un accordo sul testo, rimarcando ancora una volta le proprie differenti vedute sulla futura dotazione finanziaria dell’Unione.
La proposta finlandese prevedeva di fissare il bilancio pluriennale all’1,07% del reddito nazionale lordo (RNL) dei 27 Stati membri, per un valore complessivo di 1.087 miliardi di euro in stanziamenti d’impegno (ossia gli obblighi giuridici di spesa firmati in un determinato esercizio) e 1.080 miliardi in stanziamenti di pagamento (1,06% dell’RNL). Si tratta in questo caso dei pagamenti che coprono le spese previste per l’esercizio in corso. La Germania e altri paesi nordici chiedono che il bilancio non superi l’1% del prodotto (1.015 miliardi), la Commissione aveva proposto l’1,11 (1.124 miliardi), il parlamento l’1,3 (1.317 miliardi). La distanza tra la proposta della presidenza finlandese e quella tedesca ammontava dunque a 10 miliardi l’anno per i 7 anni di validità del bilancio; quella con la Commissione europea a poco più di 5 miliardi l’anno. La distanza saliva a 30 miliardi con la proposta del Parlamento europeo, per principio sempre più generoso.
La presidenza finlandese suggeriva inoltre una riduzione del 12% delle spese della politica di coesione rispetto al QFP 2014-2020, e del 13% per i finanziamenti per la politica agricola comune (PAC). Al contrario, gli stanziamenti per programmi prioritari dell’UE (ricerca, controllo delle frontiere, clima) avrebbero beneficiato di un aumento del 37%. Di conseguenza, le nuove priorità avrebbero rappresentato il 32.8% del bilancio totale durante il prossimo QFP, rispetto al 30.7% per l’agricoltura e al 29.7% per la politica di coesione.
A livello di impegni, la Rubrica 1 “Mercato unico, innovazione e digitale” avrebbe tratto beneficio da un totale massimo di 151.79 miliardi di euro per il periodo 2021-2027, di cui 12.7 miliardi di euro per l’attuazione del programma spaziale, 84 miliardi di euro per Orizzonte Europa e 28.4 miliardi di euro per il meccanismo per collegare l’Europa (CEF).
Gli stanziamenti di impegno per la Rubrica 2 “Coesione e valori” ammontavano a 374.05 miliardi di euro, di cui 323.18 miliardi di euro sarebbero stati assegnati alla sottovoce “Coesione economica, sociale e territoriale”. In particolare, erano previsti 194.6 miliardi per le regioni meno sviluppate, 43.2 miliardi per le regioni in transizione, 34.2 miliardi di euro per le regioni più sviluppate e 39.7 miliardi per gli Stati membri sostenuti dal Fondo di coesione.
Per la Rubrica 3 “Risorse naturali e ambiente”, era invece previsto un importo totale di 346.58 miliardi di euro, di cui 254.24 miliardi per spese di mercato e pagamenti diretti (come nella proposta della Commissione).
Forti contrasti sono anche emersi sull’opportunità di eliminare le correzioni di bilancio ottenute da alcuni paesi sulla scorta del rimborso britannico accordato negli anni ottanta.
I leader europei continueranno le proprie discussioni nel merito sin dall’inizio del 2020, con un possibile vertice straordinario nel mese di febbraio.