Corsia preferenziale per le diagnosi sismiche dei capannoni. È questa la novità più interessante che emerge analizzando la versione definitiva del testo uscito lunedì scorso dal Consiglio superiore dei lavori pubblici.
Le imprese non dovranno effettuare la diagnosi preventiva, come nel caso degli immobili residenziali, ma potranno accedere allo sconto del 70% semplicemente intervenendo su alcuni elementi considerati critici dai tecnici del ministero delle Infrastrutture: parti strutturali, elementi prefabbricati, impianti e macchinari. Il decreto che darà attuazione al nuovo sconto fiscale andrà alla firma del ministro Graziano Delrio, dopo di ché mancheranno solo le istruzioni operative dell’Agenzia delle Entrate.
«Nell’ambito delle costruzioni destinate ad attività produttive, per le strutture assimilabili ai capannoni industriali – si legge nella nota del Consiglio Superiore del Lavori Pubblici – è possibile ritenere valido il passaggio alla classe di rischio immediatamente superiore eseguendo solamente interventi locali di rafforzamento, anche in assenza di una preventiva attribuzione della classe di rischio, se sono soddisfatte le prescrizioni nel seguito elencate».
Concretamente ciò significa che per i capannoni ci sarà una corsia accelerata. Anziché effettuare la diagnosi preventiva, come per gli edifici residenziali, le imprese potranno direttamente intervenire per correggere gli aspetti critici. E avranno a disposizione il bonus relativo al singolo salto di classe, pari al 70%. Si tratta di un importante taglio dei tempi. Ma anche di un risparmio, perché la diagnosi non andrà pagata e, soprattutto, gli interventi di messa in sicurezza saranno individuati a monte dal ministero e non dovranno essere decisi volta per volta dal professionista.
Per accedere allo sconto fiscale- dunque- si potrà agire solo con interventi locali che eliminino tre tipologie di carenze, puntualmente elencate dalle linee guida. La prima è la carenza nelle unioni tra elementi strutturali (ad esempio tra trave e pilastro e tra copertura e travi), rispetto alle azioni sismiche da sopportare. Le connessioni tra gli elementi che tengono in piedi la struttura dovranno essere a prova di sisma. Inoltre bisognerà correggere la carenza nella connessione tra il sistema di tamponatura esterna degli edifici prefabbricati e la struttura portante. Elementi come i pannelli prefabbricati, molto usati nei capannoni, andranno messi in sicurezza. Infine, bisognerà testare le carenze di stabilità nei sistemi presenti all’interno del capannone: macchinari, impianti, scaffalature «che – secondo quanto spiegano le linee guida – possono indurre danni alle strutture che li ospitano, in quanto privi di sistemi di controventamento o perché indotti al collasso dal loro contenuto». Il principio di fondo, quindi, è che in tutte queste costruzioni andranno rimosse le cause «che possano dare luogo all’attivazione di meccanismi locali che, a cascata, potrebbero generare il collasso dell’immobile».
Le linee guida confermano le indiscrezioni dei giorni scorsi: otto classi di rischio e due metodi di attribuzione delle classi saranno il cuore del nuovo sistema. Per attivarlo, però, è necessario un decreto del ministero delle Infrastrutture che Graziano Delrio dovrebbe firmare già domani. Subito dopo la pubblicazione del testo servirà ancora un altro elemento per passare alla fase operativa, vale a dire che l’Agenzia delle Entrate dovrà pubblicare le istruzioni per cittadini, professionisti e imprese.