Il lavoro come fattore di integrazione. Questo l’argomento attorno al quale si è sviluppato il dibattito nell’incontro che si è tenuto lunedì alla CNA di Modena davanti a una platea di un centinaio di persone. A discuterne, moderati dal segretario provinciale di CNA Francesco Stagi, il vescovo di Modena, don Erio Castellucci, il sindaco Gian Carlo Muzzarelli, il presidente dell’Associazione modenese Claudio Medici e il nostro presidente nazionale Dario Costantini. Prima di partecipare al dibattito, Costantini aveva visitato alcune imprese modenesi, come La Vacchetta Grassa, negozio storico del centro di Modena che da decenni si occupa della realizzazione di prodotti in pelle, e il Centro Affilatura, azienda metalmeccanica innovativa.
Come ha sottolineato Medici, “il successo economico di un territorio come quello modenese, al quinto posto in Italia per reddito pro capite con oltre 26mila euro e all’ottavo posto per export deve molto ai lavoratori e alle imprese gestite da stranieri. Per la precisione, 66mila i lavoratori stranieri, circa il 20% di quelli complessivi, e 8.700 imprese. Ma quelle che arrivano dagli altri Paesi non sono solo braccia, ma anche teste e cuori”.
Un fattore che ha anche ripercussioni sociali. E non potrebbe essere altrimenti visti i numeri: a Modena i cittadini stranieri sono il 13%, contro una media regionale del 12% e una nazionale di poco inferiore al 9%. “L’integrazione diventa difficile – ha commentato Muzzarelli – perché manca un impianto di accoglienza. Basti pensare che sono stati tagliati i fondi per i corsi di italiano. Poi stiamo perdendo i fondamentali che riguardano la vita civile, e di questo siamo responsabili anche noi. Nel nostro piccolo, insieme alle imprese, stiamo dando vita a un ostello per lavoratori stranieri che non risolverà certo i problemi, ma che quanto meno ha un valore simbolico”.
Molto interessanti anche gli spunti forniti dall’arcivescovo Castellucci: “L’integrazione è difficile perché c’è la paura, la paura di quel diverso che sino a qualche anno fa era lontano, era una sorta di teoria, mentre oggi è una pratica. Occorre innanzitutto riconoscere un’identità, che è quella umana, e da lì attribuire diritti, perché questi ultimi richiedono poi il rispetto di doveri. D’altra parte, occorre non confondere l’accoglienza con una sorta di liberi tutti. L’accoglienza, infatti, ha diverse dimensioni, di cui la prima è rappresentata dal salvataggio: quello delle vite umane”.
“Le piccole imprese sono palestre di integrazione – ha sottolineato in esordio Costantini – perché quando si entra in queste ultime si entra a far parte di una sorta di famiglia. Del resto, l’83% dei lavoratori stranieri che entrano in Italia trovano posto proprio in queste aziende. Aziende che sono diffuse su tutto il territorio, il che rappresenta anche una soluzione al problema del trasporto che spesso hanno i lavoratori stranieri. Le nostre imprese, insomma, hanno anche uno straordinario plusvalore sociale di cui, però, pare non esserci consapevolezza. Viene ricordato solo negli appuntamenti elettorali, come sta accadendo con l’avvicinamento delle elezioni europee”.
“Peraltro, quello della carenza di personale – ha evidenziato – è un problema trasversale per le imprese e i lavoratori stranieri possono essere una risposta. Ci stiamo muovendo in questo senso, cercando di coinvolgere anche i ministeri competenti, con un progetto che prevede la realizzazione di enti di formazione nei Paesi da cui le persone ad oggi stanno scappando, attraverso dei corridoi professionali, con la realizzazione di percorsi formativi per insegnare a questi giovani un mestiere, la lingua e le regole dell’Italia, favorendo la creazione di contatti, ad esempio con colloqui online, con le nostre aziende. Di certo al problema demografico occorre trovare una soluzione che passa anche attraverso l’accoglienza a lavoratori stranieri: ce lo impone la matematica, se vogliamo salvaguardare il nostro welfare, a cominciare dalla sanità”.
“Credo – ha aggiunto – che sarà opportuno ragionare di un potenziamento di CNA World, anche come strumento per contrastare la concorrenza sleale”.
La conclusione il nostro presidente nazionale Costantini l’ha affidata a una citazione di papa Francesco: “Il lavoro è quello che rende l’uomo simile a Dio, perché con il lavoro l’uomo è creatore. In queste parole c’è tutto il riconoscimento per l’importanza di ciò che fanno quotidianamente le nostre imprese”.