Il nuovo quadro sulla dinamica degli investimenti e sul valore della produzione delle costruzioni in Sardegna, descrive un settore che anche nel 2023 prosegue il trend espansivo in atto nel 2022, ma propone per l’anno in corso, causa la perdurante incertezza geopolitica globale, insieme al deterioramento delle condizioni di mercato e alle riduzioni dei bonus sulle riqualificazioni, le prime previsioni di contrazione del settore. Il 2023 conferma la crescita dei più importanti segmenti tipologici del mercato.
Trainato dall’andamento positivo della nuova produzione edilizia (+2,1%), dagli investimenti in nuove costruzioni residenziali (+5,2%) e non residenziali (+4,4%), dalla tenuta del mercato immobiliare (+4,9%) nonostante la contrazione delle compravendite residenziali, della crescita in termini di importo dei bandi di gara (+3,6%) ma soprattutto della performance eccezionale delle opere pubbliche vero motore del mercato (+21,7%), la filiera delle costruzioni isolane nel 2023 vede il proprio volume d’affari crescere del 6,3% e gli investimenti del 7,5%. Nel 2023 il volume d’affari è stimato in 7,983 miliardi di euro (+6.5%) e + 7,5% gli investimenti sul 2022, di cui 6,5 miliardi relativi ad investimenti e 1,5 miliardi destinati alla manutenzione ordinaria. In base alle prime stime per il 2024 il settore delle costruzioni regionali dovrebbe attestarsi su un valore di 7,5 miliardi di euro, per effetto di una contrazione che in termini reali è pari al -6,4%, con gli investimenti che si contraggono dell’8,1%.
A moderare l’entità del calo il proseguimento del trend espansivo delle opere pubbliche (+11,4%) che rappresentano più del 35% degli investimenti complessivi, contro il 29% del 2023 e il 26% del 2022. Il segmento non residenziale privato, in leggera contrazione sia per i nuovi investimenti che per l’attività di riqualificazione propone un valore di investimenti pari a 1,2 miliardi, il 19% del totale investimenti, di poco superiore al risultato del 2023.
Per il più grande mercato regionale, quello residenziale, nel 2024 è stimato un ammontare di investimenti pari a 2,7 miliardi, ovvero il 45% del totale, a fronte di una quota attestata a più del 53% nel 2023 e 56% nel 2022.
“Lo scenario previsionale sull’andamento del mercato nei prossimi anni – dichiarano Francesco Porcu e Antonello Mascia, rispettivamente segretario e presidente di CNA Costruzioni Sardegna – è legato principalmente alle politiche di parte pubblica riguardante da un lato la spesa fiscale per gli interventi di riqualificazione residenziale (cosa farà il governo per rispondere alle nuove direttive Europee?), del buon utilizzo delle risorse per le opere pubbliche messe in campo da qui al 2026 e oltre. Su questo fronte molto dipenderà dall’avanzamento dei cantieri in atto e dall’avvio di quelli in programma. Siamo in una fase in cui, almeno sul fronte pubblico, il nodo non è tanto quello delle risorse, ma quello dell’effettiva capacità di spesa, da troppo tempo ostacolata da fattori strutturali, vincoli burocratici, inadeguatezze gestionali, tensioni sul fronte dell’offerta, rincari delle quotazioni delle materie prime, ma soprattutto della difficoltà, per le imprese di trovare manodopera e maestranze qualificate”.